di Raffaele Lisco.
Il Consiglio di Stato sbugiarda l’ex sindaco Dario Raùgna e le sue promesse a vanvera…
Forse, l’unica scelta intelligente che i gradesi hanno fatto negli ultimi vent’anni, è stata quella di non ricadere nello stesso errore compiuto nel 2016 e continuare a credere alle balle di Dario Raùgna. Fortunatamente, tolta la fiducia concessa malamente in precedenza, il Faraone e tutta la sua truppa accessoria (oggi definitivamente scomparsa…) è stato messo nella condizione di ritornare alla sospesa occupazione di pelapatate extracomunitario.
Quanto sia stata corretta la decisone popolare suddetta, lo conferma la sentenza del Consiglio di Stato di ieri, 9 novembre c.a., in merito alla Norma Comunitaria sulla Concorrenza (Bolkenstein – ndr), atto giuridico che mette la parola fine alle balle dell’ex sindachino, in tema di Concessioni Demaniali sul nostro territorio.
Ricordo gli articoli pubblicati nel merito su questo blog, “spiate” suggerite dall’assessore regionale al Demanio dott. Sebastiano Callari, informazioni ottenute da fonte diretta, quando ancora mi era permesso di collaborare con il politico regionale in qualità di suo personale Responsabile Ufficio Stampa, prima che gli invidiosi si mobilitassero per farmi cacciare dal suggestionabile committente…
Sottolineo le infinite e inutili diatribe tra il sindaco di Grado e l’assessore regionale, su chi avesse ragione sulle conseguenze procedurali dell’aver obbligato i concessionari gradesi delle spiagge isolane a firmare il documento emesso dal Comune di Grado come proroga valida fino all’anno 2033.
In tale occasione, Bellodezzzzia (trombata pure lei…), si bullava a mezzo stampa di aver “risolto” con la sua “scienza politica”, quello che nemmeno la Comunità Europea era riuscita a dipanare sull’intricato problema relativo alla Concorrenza.
Grazie allo “statismo” di un megalomane illuso di essere un grande politico (…), oltre ai ricattati spiaggini della Costa Azzurra e Pineta, perfino l’amministratore unico della GIT S.p.A. Alessandro Lovato, si era dovuto piegare alla firma della carta straccia comunale.
Noi, come sempre, avevamo denunciato la stupida inutilità di un atto che sarebbe stato bocciato con prevedibile certezza dalla giurisprudenza, attesa la violazione delle norme comunitarie palesemente prioritarie rispetto agli interessi delle singole nazioni. Ragionamento valido per tutti i settori coinvolti oltre le concessioni demaniali come licenze taxi, farmacie ecc.
Da ieri, la Legge dice forte e chiaro che dal 1° gennaio 2024, tutte le concessioni demaniali dovranno essere messe liberamente in gara e chiunque dimostrerà il possesso dei requisiti richiesti ne potrà diventare il nuovo gestore. Due anni di “purgatorio”, per mettere gli attuali concessionari in grado di prepararsi, sia per tentare di mantenere il titolo, sia per vendere al meglio quanto investito sulla sabbia, nel senso letterale del termine…
Superfluo commentare che il valore esagerato degli attuali stabilimenti balneari crolla vertiginosamente, dimostrato che il cespite più importante ovvero lo spazio pubblico occupabile, non è più nella disponibilità degli attuali gestori ma diventerà un boccone prelibato riservato al miglior offerente.
Immaginate la sproporzione economica che ci potrà essere tra gruppi imprenditoriali formati da cartelli finanziari, fondi d’investimento sovrani e multinazionali straniere. Capitali contro i quali la classica famigliola dei Marchesan, Lauto o Troian difficilmente potrà confrontarsi…
Il problema adesso passa nelle mani del “competente” sindaco Claudio Kovatsch e del suo “marmoreo” vice sindaco assessore al Turismo del Comune di Grado. Una rogna in più da risolvere per salvaguardare gli imprenditori gradesi e, soprattutto, evitare il rischio del prevedibile “spezzatino” della principale azienda locale: la Grado Impianti Turistici S.p.A., anch’essa soggetta a gara d’appalto per la sua concessione demaniale.
Lentamente ma inesorabilmente, le Balle di Raùgna vengono a galla e vi preannuncio che non è ancora finita…
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