CALLARI: “RISCHIANO SOLAMENTE LE SPIAGGE DI GRADO”.

di Raffaele Lisco.

L’assessore regionale al Demanio, Sebastiano Callari, interviene nella questione Concessioni Demaniali.

Nel mio articolo pubblicato su questo blog il giorno dopo la sentenza del Consiglio di Stato che confermava il termine assoluto delle proroghe alle Concessioni Demaniali Italiane, restava in sospeso la replica dei protagonisti politici sul territorio. Sia l’assessore regionale del FVG, Sebastiano Callari, sia l’ex sindaco di Grado, Dario Raùgna e il suo nuovo sostituto Claudio Kovatsch, non pronunciavano verbo nel merito della clamorosa notizia.

Purtroppo, cessati (unilateralmente) i miei rapporti personali con i suddetti (…) impossibile per me poterli intervistare, al fine di aggiornare gli imprenditori interessati sul loro futuro “concessionario” e, contemporaneamente, informare i cittadini di Grado sulle importantissime conseguenze lavorative di chi gravita nel settore come dipendente.

Fortunatamente, almeno un collega “gradito” come il giornalista Mattia Pertoldi de Il Messaggero Veneto, è riuscito a farsi rilasciare una dichiarazione esplicativa dall’assessore regionale Callari, commento che riporto per chi non fosse riuscito a leggerlo.

Sebastiano Callari dichiara che “…le concessioni demaniali regionali restano valide e prorogate, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato…”, affermazione lapidaria per la quale il responsabile politico della Lega si assume le sue responsabilità.

Callari rincara la dose, calando “carico” specificando che “… le proroghe autorizzate dalla Regione, così come le concessioni in vigore che andranno a scadenza naturale dopo il 2023, restano perfettamente valide, mentre a rischiare sono quelle di carattere strettamente comunale come, ad esempio, quelle di Grado…”.

In altre parole, la dichiarazione dell’assessore regionale preposto rilasciata al collega de Il Messaggero Veneto ma assente su Il Piccolo (pur facendo parte dello stesso gruppo editoriale…), gettano un’ombra cupa sull’operato dell’ex sindaco di Grado Dario Raùgna, lasciando intendere che, se i concessionari gradesi rischieranno di perdere le loro porzioni di demanio (quindi il futuro lavorativo e gli investimenti economici), la colpa sarà da attribuirsi alla scellerata decisione dell’ex sindaco (non riconfermato) di aver fatto di testa sua, contro la volontà dello stesso Callari.

Una brutta faccenda che ora passa nelle mani del nuovo amministratore di Grado, Claudio Kovatsch e del suo vicesindaco e assessore al Turismo, Attività Produttive, ecc. Roberto Borsatti. Per entrambi si prospetta il gravoso compito di risolvere la magagna delle concessioni demaniali, problema che va ad aggiungersi a quello della gestione della GIT S.p.A. e alla ancora irrisolta partenza dei lavori per la realizzazione delle Nuove Terme di Grado.

Ora che i gradesi hanno eletto Kovatsch come loro sindaco, dando pieni poteri all’Uomo della Regione, ex funzionario politicamente scelto dalla giunta Fedriga (…), le chiacchiere stanno a zero. Le controversie (vere o false) sui “bisticci” tra centro destra governativo e sinistra comunale, adesso non sono più spendibili per raccontare ai gradesi la favoletta degli “impedimenti” burocratici ostativi al via libera termale.

Il Presidente Fedriga, l’assessore Bini e pure Callari, esauriti i “bonus propaganda” ed eliminato dal comando dell’isola il Cazzaro Lagunare (Raùgna), sarà meglio che si diano una mossa e inizino a guardare a Grado almeno con la stessa intensità con la quale hanno foraggiato investimenti milionari per Lignano, la montagna e perfino il litorale di Marina Julia, feudo della sindaca leghista Anna Maria Cisint.

Dubito che i nativi, alle prossime elezioni regionali del 2023, andranno alle urne pronti a votare un centro destra (soprattutto la Lega…) incapace di dare risposte concrete alla nostra località balneare, sia sotto forma di creazione di strutture moderne, concessione di sostanziosi contributi pubblici europei e regionali e maggiore attenzione per un territorio trascurato da anni a favore di altre località “più considerate”.

Pur consapevole che di Grado ai politici regionali interessa meno di zero (…), farei attenzione a non esagerare confidando nella conclamata apatia degli indigeni…

E’ vero che gli isolani delle mote sono facilmente raggirabili anche dal più modesto politico di periferia (…), purtroppo l’ignoranza conseguente a mille anni de “casòn” non sparisce facilmente, tuttavia, anche il più mansueto, a furia di “prenderlo senza pomata”, capisce quando la fregatura assume proporzioni inaccettabili e, magari, è la volta che reagisce male…

(…to be continued…)

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