di Raffaele Lisco.
Ci risiamo, anche per quest’anno, si prospetta un Natale blindato…
Le premesse ci sono tutte: il numero dei contagiati sale di giorno in giorno, i ricoveri ospedalieri aumentano oltre la soglia di sicurezza e le terapie intensive stanno per arrivare a saturazione.
Sarà vero o sarà propaganda di regime ma, comunque, il treno del terrore è partito ufficialmente dalla stazione governativa di piazza della Borsa, città di Trieste. Nella nostra regione, la minaccia di tornare alle colorazioni punitive dell’anno scorso si fa sempre più concreta e credo sia solo una questione di tempo dover accettarne il fatto.
Di chi siano le colpe poco m’interessa. Se lo Stato abbia dormito, oppure abbia preferito consumare la propria liturgia “elettiva” fregandosene della promiscuità virale, ha poca importanza. Festeggiare in massa l’Italia “Europea” di calcio, o permettere di sputacchiarsi a vicenda per santificare il Capitano in campagna elettorale, ormai fa parte del vissuto passato, Barcolana compresa…
Quello che ne consegue, è la solita scontata e stufosa pratica del rimbalzo delle responsabilità sulla qualunque, la fuga dalle colpe amministrative, il rifugio verso il “mostro” da sbattere in prima pagina di una stampa prezzolata e la comoda giustificazione aggrappata al “terroristico” metodo untore dei contagiosi no vax.
Insomma, tra pochi giorni, l’unico obbiettivo del Sistema sarà quello di riuscire a inventarsi un modo per scippare la tredicesima agli Italiani (quelli che ancora la prendono…) magari offrendo un “salvacondotto” temporaneo, per poter andare a spendere nei centri commerciali (dalle… alle… il virus non contagia…).
Indispensabile salvare il commercio Natalizio, vendere almeno un panettone a cranio, ingrassare il vettovagliamento da cenone e concedere al suddito l’imperdibile gioia di donare un balocco ai piccini.
In compenso, il turismo invernale trema, le agenzie viaggi sentono alitare sul collo lo spettro del tutto chiuso (ancora una volta) e il pericolo di lockdown già si sta già manifestando in altre nazioni come l’Austria o l’Olanda. Fortunatamente, i krukki sanno che in Italia è tutto permesso e vengono a Grado a spargere Covid come non ci fosse un domani…
In mezzo a tutto questo ci sguazza la politica, soprattutto quella locale, che userà la pandemia come giustificazione per la propria inerzia. “Non xè colpa nostra se no se pol…”, già mi sembra di sentire la voce dei sindaci e assessori di periferia, tutti solidali nel trincerarsi dietro la pietosa scusa della salvaguardia della salute pubblica.
Col povero “fu” Dario Raùgna la “furbata” non ha funzionato molto bene, attesa la trombata elettiva palesata dai cittadini di Grado disgustati dal suo “buongoverno”.
Chissà se anche l’Omo de Tavagnàc, in evidente difficoltà progettuale, userà la stessa strategia (perdente), convinto che con lui possa funzionare.
La Pandemia tutte le feste si porta via…
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