EDITORIALE – MA “NORMALI” MAI ?…

di Raffaele Lisco.

Cambiano le amministrazioni, cambiano i sindaci ma non cambiano le brutte abitudini dei cittadini…

Niente da fare, è una battaglia persa in partenza.

A qualsiasi latitudine, ovunque sul territorio e indifferentemente dalla sigla della targa di residenza, la pessima abitudine di tifare per il proprio campanile, gettando il cervello all’ammasso, è la cifra che contraddistingue la (dis)umanità dei giorni nostri.

Quella che in un mondo perfetto, dovrebbe essere l’alternanza delle amministrazioni, comunanza vissuta con la serenità delle collettività pronte a confrontarsi nella legittima diversità di vedute ma convergenti sui valori basici del rispetto reciproco, identità rappresentativa, coesione territoriale, solidarietà popolare e miglioramento della qualità della vita, in realtà viene sporcata da tutt’altra interpretazione della politica sociale.

Esistono solo le “tifoserie”, l’esercito dei soldatini dediti alla difesa del proprio guiderdone, l’arroccamento dentro le mura per resistere all’assedio dei Nuovi Barbari, così come a vedute opposte, vengono esaltate le nobili gesta dei Difensori del Territorio, dei Semidei Liberatori dall’Invasore Foresto e dei Seguaci del Nuovo Inizio di una Società sempre “più migliore” dell’altra…

Per esempio, a Grado, tanto quanto ieri il “Folpo” Natalizio faceva schifo ai nemici dell’amministrazione “civica” e faceva godere i loro estimatori a tutti i costi, oggi, il Presepe da Rotonda d’ingresso città da nord (foto di Roby Camuffo), orgasmizza i fans di Kovatsch e disgusta quelli di Raùgna. Un vorticoso Circolo Vizioso di banalità, figlie dell’ignoranza generale di quelli che al posto del cervello hanno un criceto che gira nella ruota, attivando la modalità “likes” dei Socials.

Mediaticamente, fino al 5 ottobre Dario Raùgna e il suo CircoMinkia sono stati la miglior amministrazione possibile per Grado, l’unica in grado di dare stabilità governativa alla città, dopo ben due sindaci durati meno del tempo loro spettante. Di più, lo “statista” travestito da Supereroe (l’Omo Raùgna), sostenuto dal suo carrozzone di “accoglienti”, aveva portato l’isola a livelli unici, stracciando ogni record esistente. Sempre secondo la propaganda di Regime.

Curiosamente, dal 6 ottobre, guarda caso, il “buon governo” per il quale i gradesi avrebbero dovuto regalare una statua equestre al proprio beniamino Dario Raùgna, si è trasformato in materiale organico (volgarmente chiamato “cacca”), sia per valutazione politica, sia per qualità tecnica delle opere compiute in favore della comunità.

Morto (politicamente) un sindaco, quello “nuovo” arrivato per sostituire il “de cuius”, riesce perfino a rinnegare un lustro di connivenza ideologica col suo predecessore, trasformandosi da “stampella” a “killer” del (precipitato) ex Cigno Bianco, oggi ritornato nell’antica condizione di Brutto Anatroccolo

Tutto questo è opera nostra, siamo noi i burattinai che decidono chi vive e chi muore. Nostra è la mano che, con una semplice ics, cambia le vite delle persone. Siamo noi quelli che rendono possibile il passaggio dalla miseria del disoccupato/a a quello del notabile accessoriato di cospicuo bonifico mensile, prebende statali e onori titolari. In cambio del nulla, (quando va bene…), con la speranza che (dopo) non ci siano da pagare anche i cocci, oltre ai danni.

Riusciremo mai a essere “normali”, dimostrare la saggezza di quando la fiducia si dava solo dopo ampia e comprovata dimostrazione del possesso delle qualità valoriali indispensabili per saper amministrare con saggezza, equilibrio, capacità professionale, onestà, serietà, coerenza e solidarietà, la vita della comunità alla quale ci si propone? Saremo mai così evoluti da ragionare con giudizio “prima” per non lamentarci “dopo”? Avremo l’intelligenza di comprendere che i “komandanti” sono figli delle nostra scelte e non cadono dal cielo come la pioggia?

Io nasco pessimista, cinico e molto scettico sull’intelligenza generale del mio prossimo e, di conseguenza, dico di no. Continueremo a scaricare le colpe sugli altri, comodamente nascosti dietro il paravento dell’impossibilità ad agire giustificata dal “singolo”. Andremo avanti così, una volta sodomizzati dall’uno e una volta dall’altro, “rassegnati sudditi” in attesa del nostro turno.

Di farci fare il culo…

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