EDITORIALE – CI VEDIAMO, BASTARDI…

di Raffaele “The Blondie” Lisco.

C’è qualcosa che non va, devo ritrovare me stesso. Vi avviso che il “pippone” è lungo ma vale per giorni

Capitano sempre, a “quelli come noi”, quei momenti di “stanca”, il reflusso della “feccia che sale dal pozzo” (Cit.), il mondo che perde i colori e si copre di un tetro nero opaco, la voglia di fuggire dove nemmeno sai, il desiderio di scomparire o, almeno, farsi così piccoli da riuscire a passare inosservati.

Forse, inizio anch’io ad accusare la Sindrome da Pandemia, ho riempito il serbatoio di troppe cazzate e ho fatto finta di non somatizzare la tranvata che ha colpito chi al di sotto di un reddito annuale pari (almeno) a un “miglione” di euro l’anno.

Mi ero abituato troppo bene, minimo tre voli intercontinentali all’anno, il mio “buen retiro” in Oriente, la felice condizione di chi ha dimenticato a cosa serva un cappotto e vive la maggior parte del tempo in braghette, t-shirt e infradito. Da Est a Ovest, da Nord a Sud, “take off” da Malpensa per arrivare “on landing” in uno dei cinque continenti del pianeta. 

All’improvviso, senza nemmeno avvisare, tutto finito, da oltre due anni inchiodato ai “domiciliari” su quest’isola maledetta. La moto in Thailandia a far la ruggine e come unico sfogo, il “lavoro” di rompere i coglioni a tutti. Divertente, certo, sopratutto se fatto a livello “professionale” dal Numero Uno (…), però tutto stanca e, alla fine, nemmeno sputtanarvi indistintamente mi aiuta più a sopravvivere. Nemmeno farmi “bionda” funzionerebbe (anche se avete visto che figòn?…)

Oltretutto, “scrivermi addosso” per chi, tanto, nemmeno capisce il “messaggio” che vorrei far passare, serve solo a rimandare il desiderio di puntarmi alla tempia la canna di una pistola, considerare la possibilità di avere le ali per “volare” dal decimo piano, stare lontano dall’ultima “dose” di “vaccino”, quella definitiva, quella che non ti farà ammalare mai più, per sempre…

Non è più la mia vita, quell’estrema Montagna Russa dove ho vissuto per decenni, il faticoso saliscendi di chi non conosce la “costanza”, l’egoismo vile di quelli che “…apres moi le deluge!…”, unici e insostituibili protagonisti di se stessi. Dagli inseguimenti al divano, dai miliardi alla pensione, dal peyote Peruviano al semolino udinese. E poi qualcuno si meraviglia se accetterei, senza pensarci un attimo, una missione suicida pagata profumatamente…

Sono stanco di vivere in mezzo ai “finti” (e alle finte), sono stufo di combattere contro quelli che “…sei il migliore, intelligenza sopraffina e cultura di livello!… ma poi ti svendono in un amen, bullandosi in osteria di aver sempre detto che sono un cazzone, insultato da pidocchi/e ai quali potrei rovinare la vita (per sempre) e nemmeno lo sanno

Quelli come me, i “boomers” non possono cedere, non fa parte del nostro DNA, ci hanno costruito con la corazza, il vaffa incorporato e il “Piano B” sempre pronto. Non è prevista la resa, il compromesso, l’inciucino, il do ut des. Siamo cresciuti col mito dell’Eroe, in trincea #finoallafine. O tutto o niente, consapevoli che al 99% sarà “niente”, pronti a “morire” come gli stupidi, non importa sotto quale “colore” ma in nome di ideali morti e sepolti, religiosi figli di un’epoca superata dall’opportunismo dei furbi.

Ma devo curarmi, nemmeno io “son de fèro”, devo prendere un bel respiro e stare lontano da voi per il tempo che serve, riscoprire che il mondo non è fatto solo di ignoranti, bugiardi, meschini, persone senza dignità e venduti, contenti di aver rubacchiato a scrocco. Difficile ma bisogna pur sperare in qualcosa…

Mi prendo qualche giorno per disintossicarmi, parto, vado nella mia città d’origine a riempirmi gli occhi di luci, suoni, colori e tutto quello che, da “recluso a piede libero”, sull’isoletta non avrò mai. Vado a sputtanarmi qualche migliaio di euro risparmiati in modo coatto, per impossibilità di spesa (…).  Ho bisogno di sentirmi vivo da Cracco, fare colazione da Cova in Montenapoleone, “strisciare” da Gobbi e respirare nebbia profumata di panetùn. Il “Milanèse Imbruttito” torna a casa e lascia nel palù il “Giargiàna”

Lontano dal “..de cu tu son figio (belo)…”, distante dall’acqua alta, in fuga da una comunità locale, provinciale e regionale che disprezzo oltre ogni ragionevole “moderazione”. Un breve “permesso premio”, per ricordarmi sempre che se, a condannarmi all’ergastolo la Giustizia non ce la fa (…), ci pensa il Destino.

GradoSpia o, meglio, il suo “creatore”, si prende qualche giorno di pausa. Ci rivedremo non appena il mio Ego smisurato sentirà il richiamo del tornare a essere “protagonista” e la “carogna” avrà bisogno di leggere i numeri dei vostri tantissimi contatti quotidiani per sentirsi ancora viva…

Lo so che vi mancherò, Lisco“dipendenza” e “nuoce gravemente alla salute”. Forse perchè in questo oceano di “perbenismo” peloso, sono l’unico che vi fa divertire e ricordare che gli Uomini Liberi si possono amare od odiare ma non si possono ignorare

Ci vediamo, bastardi.

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