EDITORIALE – I NUOVI MOSTRI.

di Raffaele Lisco.

“…Ne usciremo migliori!…”. Invece siamo peggiorati

Siamo diventati un popolo becero, ignorante, qualunquista e insensibile al minimo sindacale di umana compassione per qualsiasi disgrazia, apatici perfino di fronte alla morte delle persone a noi conosciute.

Ci siamo bullati per mesi sui Socials, pubblicando foto e video di noi stessi impegnati a sproloquiare un finto sentimento nazionalistico, sventolare il tricolore (a vanvera) e cantare a squarciagola dai balconi l’Inno di Mameli, solo per spacciare una pelosa e non sentita appartenenza sociale.

Siamo ancora quelli che si “affratellano” unicamente quando scendono in campo undici analfabeti in mutande, ragazzotti che senza una palla tra piedi non sono in grado di spiaccicare due congiuntivi di fila ma, in compenso, guadagnano centomila volte più di un dirigente di valore mondiale o un ricercatore di fama internazionale che salva le vite dei malati…

Avevamo giurato che saremmo “…diventati migliori…”, che lo spavento procurato dalla pandemia avrebbe dissolto le insignificanti problematiche legate al possesso del nuovo modello di smartphone o cancellato l’invidia feroce per il nostro prossimo più meritevole di noi, quindi ripagato per il suo maggiore impegno.

Invece siamo peggiorati, se possibile, abbiamo dimenticato molto in fretta il cagotto accusato quando ci sembrava che “rimanere vivi” sarebbe stata l’unica cosa importante, quando abbiamo temuto di poter perdere qualcuno dei nostri cari e ci eravamo esibiti nel più classico catalogo di “fioretti” a fondo perduto…

E’ bastata la notizia della scomparsa di un brav’uomo che aveva portato lustro a tutti noi, guadagnandosi il posto di Presidente della Comunità Europea (mica pizza e fichi…), dopo una vita passata nel settore dell’informazione come giornalista professionista.

La solita cricca di coglioni NoVax, ha infangato il nome di David Sassoli, vomitando tutto il repertorio di squallore di cui possono essere capaci i “minus quam merdam”, la gentucola di zero valore e i personaggetti consumati dall’invidia verso quelli che si sono impegnati fino a raggiungere i livelli giustamente preclusi a chi ne non ne possiede nemmeno lontanamente i pari requisiti culturali, professionali e personali.

Posso immaginarvi nell’atto di “scansare” le mie frecce avvelenate, dichiarando la vostra massima condivisione su questo Editoriale, rispondendo che “…io non scriverei mai insulti verso un defunto…”

Quello dal quale però nessuno di noi può sfuggire,  è il possesso di quella pesante bisaccia che contiene le nostre vergogne quotidiane, trasporta le “furberie” nazionali, custodisce le scorciatoie benefiche e tutto il repertorio di piccole porcherie che ci servono per prevalere sull’avversario di turno… 

Del resto, questa è la cifra che oggi ci caratterizza, altro che “…ne usciremo migliori…”.

La pandemia ci ha reso più poveri, più incazzati e più insicuri di prima, ognuno di noi convinto di essere stato truffato dal vicino, tutti solidali nel giudicare l’operato di chi investito del difficile ruolo di decidere, un imbecille venduto ai poteri forti.

Forse sarà anche tutto vero, forse ci hanno preso per coglioni, forse i “poteri forti” hanno deciso di usarci come “cavie”, però bisognerebbe prima dimostrarlo e, comunque, resterebbe sempre la certezza che a criticare gli altri sono sempre quelli che messi al posto loro riuscirebbero solamente a cacarsi addosso…

Mi vergogno del mio prossimo, soprattutto di quell’esemplare “tipicamente itagliano” con l’armadio pieno di maschere da indossare a secondo del ruolo da assumere. Inorridisco al pensiero che si possa gioire della morte dolorosa di qualcuno e provo fortissimo disgusto per quelli che credono di avere capito tutto e, invece, non capiscono un cazzo

Consapevole che non mi possa leggere, chiedo perdono a David Sassoli, a nome di quelle bestie che sono costretto a definire miei connazionali. In fondo, adesso lui ha smesso di soffrire, dopo aver vissuto una vita ricca di emozioni, soddisfazioni e riconoscimenti.

Per i suoi sciacalli denigratori, i “Nuovi Mostri”, invece, il tempo da vivere come merde sarà ancora lungo.

Purtroppo.

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