EDITORIALE – TUTTI PAZZI PER SILVIO.

di Raffaele Lisco.

Silvio Berlusconi vorrebbe diventare il prossimo Presidente della Repubblica. Perchè no?

Siccome i politici (minuscolo) “Itagliani” non sono capaci di comprendere che gli elettori che permettono loro di campare a scrocco sulle spalle del popolo (…), ne hanno pieni i cosiddetti ciufoli del Teatrino nel quale recitano la parte in commedia, si sono inventati il nuovo “gioco” che ha come fulcro l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Nemmeno la “sveglia” squillata sonoramente alle recentissime suppletive di Roma (collegio uninominale Lazio 1), tornata elettorale necessaria per eleggere in Parlamento il sostituto del Piddino Gualtieri (passato a sindaco di Roma – ndr), occasione che ha confermato il sempre più forte distacco della gggggente dalla politica politicata, staccando una percentuale di votanti pari all’ 11,33% degli aventi diritto, servirà a invertire il declino in atto.

Appare palese l’esistenza di una deriva “menefreghista”, di un popolo al quale i politici non riescono più a raccontare le loro menzogne, magnificare il “buon governo” e spacciarsi per quello che non sono e non saranno MAI. Nemmeno con lo schieramento della potenza mediatica diffusa ovunque dai Servi di Regime, gli “onorevoli” riescono più a intortare la Casalinga di Voghera, lo sfruttato Cipputi metalmeccanico e l’illuso gggggiovane ancora convinto di poter emergere senza la raccomandazione del “padrino” locale

Per nascondere tutto questo, salvarsi le chiappe e tentare disperatamente di continuare a vendersi come “Elevati”, oggi si è reso necessario spostare la rissa sul nome di Silvio Berlusconi, utilizzare il popolo bue come utile idiota cooptato nella scelta tra “favorevoli” o “contrari”, scansare l’onere della decisione e passare la palla agli Italiani.

Non c’è più nemmeno un centimetro libero di Socials esente dal commento “intelligente” dell’italiano medio, rappresentato sotto forma di “indignato” di sinistra, “mutante” Grillino ed entusiasta “centrista, europeista moderato, cattolico” ForzaItaliota.

L’Italia si sta dividendo sul nome di Berlusconi, nemmeno le “miglionate” di ridicoli commentatori facessero parte di quel migliaio di “grandi elettori” ai quali è demandato il compito di trovare un accordo per “fare un nome” da eleggere come prossimo Presidente della Repubblica Italiana, al posto di un “uscente” (Mattarella) talmente nauseato da chiamarsi fuori…

Curioso il fatto che (quasi) tutti siamo riusciti a comprendere (finalmente) di essere solo carne da macello, non contare un beneamato cazzo nelle scelte sulla nostra vita (…), aver ben capito che più stiamo lontani dall’eletto e meglio funziona il nostro apparato digerente, al punto di aver deciso di rinunciare all’unico privilegio riservato al popolo: il voto.

Eppure, invece di reagire, ribellarsi allo status quo per il quale c’indigniamo un tanto al chilo (…), a tutti i livelli (comunali, provinciali, regionali e nazionali) continuiamo supinamente a rimanere “sudditi” del capetto/a di turno. Siamo pubblicati come “Case History” dentro i trattati clinici di psichiatria, a noi la Sindrome di Stoccolma ci fa una pippa… 

Personalmente, voterei Silvio tutta la vita. Se non altro, per godere degli imperdibili siparietti comici offerti da un vecchio signore obbligato a presenziare summit mondiali spargendo gaffes a piene mani, fulminato da senile letargia istituzionale. Chi altro, meglio del Berlusca, ci potrebbe deliziare con il repertorio dei “mi consenta” tanto caro alla satira di costume? Crozza (e non solo) ci camperebbe altri sette anni alla grande…

Auspico la reiterazione del leccaculismo nazionale, il proseguimento popolare dell’atteggiamento “tipicamente itagliano” dello spacciarsi come popolo di “alti valori” che, però, si smentisce palesemente (a ogni occasione utile) nel dimostrarsi intelligente.

Rimaniamo coerenti e fedeli alla nostra immagine di paraculi, venduti, ruffiani e mafiosi, dimostriamo al mondo intero che il nostro “valore aggiunto” è ancora e sempre quello di stare col “vincente”, sosteniamo l’immagine di quelli che “Franza o Spagna purchè se magna”.

Cambiare di colpo, diventare “svedesi”, premiare il merito, valorizzare la competenza ed eliminare dal nostro vocabolario etico il sostantivo di “furbo”, potrebbe anche nuocere gravemente alla salute di un popolo storicamente “partigiano”

Tutti pazzi per Silvio.

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