di Raffaele Lisco.
Quanto costa un tampone in farmacia? Viaggio nel curioso mondo degli “agevolati”.
Pochi giorni fa, avevo pubblicato sulla schizofrenica emissione di “circolari” che intimavano agli alunni della 4° classe delle Scuole Elementari “Marco Polo” di Grado di dotarsi di tampone negativo, pena l’esclusione dalle lezioni in presenza.
Premessa la condivisione della sacrosanta ordinanza, nel merito, atto dovuto per avere contezza di eventuali positività al virus accusate dai bambini iscritti alle elementari (quindi di età inferiore ai 12 anni) e di conseguenza, salvaguardare la salute dei compagni “sani”, avevo raccontato a quale livello di indecisione, nel metodo, avevano mostrato di arrivare i responsabili della Sanità Regionale.
L’articolo, oltre al commento sulla ormai conclamata diffusione quotidiana del virus a Grado, media arrivata sabato 22 gennaio a 163 positivi e 18 in quarantena, aveva innescato una polemica sul costo effettivo di un tampone prenotato presso la Farmacia Comunale di Grado.
La contestazione di alcuni, lestissimi a darmi del “bugiardo” (…), aveva come oggetto il costo del controllo da me divulgato in euro 15,00 (quindici), come da allegato scontrino fiscale giratomi da uno dei genitori degli alunni iscritto alla 4° elementare dell’età di anni dieci. (vedi a lato).
Subito, è partita (come di consueto), la corsa sui Socials per “ricordare” al solito diffamatore (…) che il costo praticato nella suddetta Farmacia isolana era di “soli” 5,00 euro e non di quindici come da me insinuato. Tra un “ho ragione io” e un opposto “hai torto tu”, stupida e inutile diatriba che non ha visto nessun vincitore ne vinto (…), alla fine ne è uscito quello che, secondo me, è un vero e proprio “scandalo tamponi”.
Ad agosto scorso (2021), la Regione FVG a firma del duo Fedriga–Riccardi, aveva emesso una nota che fissava il prezzo del tampone rapido, presso le farmacie regionali, a prezzo ridotto (euro 5,00) per gli studenti appartenenti alla fascia di età compresa tra i 12 (dodici) e 18 (diciotto) anni e a costo “pieno” (euro 15,00) per tutti gli altri.
Così, come “spiatomi” dai genitori degli alunni della Scuola Primaria di Fossalon di Grado, i loro figli attualmente “scontano” il valore massimo del prezzo farmaceutico, essendo di età inferiore ai 12 anni, ovvero, pagano gli “insanguinati” 15,00 euro che sono tanti soldi per una famiglia “normale”, soprattutto se d’obbligo ogni cinque giorni.
Inconcepibile che i nostri amministratori pubblici non abbiano notato questa disparità valoriale tra appartenenti della medesima categoria di protagonisti (gli studenti), discriminando di fatto quelli che frequentano i cinque anni delle elementari, rispetto a quelli che studiano alle medie e superiori.
Tra cinque e quindici euro la differenza è importante e grava pesantemente sulle tasche dei genitori sui quali ricade l’onere (obbligatorio) della prova di “negatività” dei propri figli minori.
Tuttavia, se agli “scienziati” regionali è sfuggita la criticità della quale non hanno tenuto conto (…), almeno i “kompetenti” territoriali dei Comuni avrebbero potuto dimostrare la loro vicinanza agli amministrati, deliberando un budget per risolvere il problema, calmierando con risorse proprie il costo del tampone per gli esclusi dalla nota regionale.
Pochi spiccioli per un Comune “miglionario” come quello di Grado ma, al contrario, un benefico contributo a favore della riduzione dell’onere di spesa, per le famiglie investite dal problema.
Io ci avrei pensato subito ma sono solo un ignorante “ingestibile” (…), mica un “kompetente” titolato che amministra una città…
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