EDITORIALE – QUANDO IL “POLLO” SEI TU…

di Raffaele Lisco.

Adesso ho finalmente capito chi era il “pollo” della partita: Matteo Salvini.

La “regola” dice che “…quando ti siedi al tavolo da poker e non riesci a capire chi è il pollo, allora vuole dire che il pollo sei tu…”.

Matteo Salvini voleva salire di livello e portare a casa il titolo di “statista”, auto nominandosi “King Maker” del centro destra, con l’obbiettivo di riuscire a intentarsi il merito di aver portato all’elezione della Presidenza della Repubblica un proprio candidato.

Purtroppo per lui (e per gli elettori del partito del quale Segretario, la Lega), non si è accorto di essersi seduto al tavolo del gioco d’azzardo dove i “professionisti” (alleati e non), l’avevano invitato come il classico “pollo” da spennare.

Il primo ad avergliela giurata, è stato il vero statista del centro destra, Silvio Berlusconi, il quale non ha battuto ciglio quando, accortosi che il Padano gli stava letteralmente scavando la fossa, fingendo di supportarlo nella sua rincorsa alla Presidenza della Repubblica, si è “ritirato” pubblicamente ma ha iniziato a covare la sua vendetta contro i traditori interni.

La seconda “alleata” che non vedeva l’ora di mandare al macello l’illuso Salvini, è stata Giorgia Meloni, intelligentemente decisa a tessere una tela mortale attorno al suo avversario politico, per guadagnarsi il primato della coalizione, lasciandolo cucinare a fuoco lento nel brodo della sua strategia a perdere.

Terzi i “centristi amici” (…) la fronda dei Toti, Lupi, Quagliariello, Mastella (leggi Casini) ecc., ex Forzisti per i quali l’obbiettivo resta sempre quello di riesumare la vecchia DC e riportare l’asse governativo al centro, soprattutto sfruttando l’onda lunga della governabilità espressa da Draghi e Mattarella.

Superfluo sottolineare il furbo giocare di rimessa praticato dalla sinistra, quarti avversari del “pollo” al tavolo verde, abili nella strategia del veto totale impostata sulla scelta della “consumazione”, riuscendo nell’intento di delegittimazione del politico e della prevedibile spinta verso l’esposizione alla figura da dilettante, pienamente riuscita.

Letta & C. hanno lasciato giocare Matteo, distruggendo qualsiasi sua iniziativa, facile strategia dettata dalla mancanza dei numeri, per chiunque, necessari per condurre il gioco. Solo uno sprovveduto poteva ancora pensare di trattare con un partito che ha fatto della “perversione disonorevole” il proprio mantra, senza uscirne malconcio. Vedere in tivù il faccione piagnucolante del Padano travestito da “povera vittima” di “quelli del no”, ha fatto più tenerezza di un video del classico “gattino in tangenziale” destinato a diventare patè…

“Giuseppi” Conte, il quinto giocatore, altro giuggiolone percepito più come “gagà partenopeo” che Capo Politico dei deragliati Grillini, ha fatto da “stampella” ai suddetti, per arrivare allo scopo generale di togliersi dai piedi il Bagnante del Papeete, perfino spaccando il Movimento, a mezzo Luigi di Maio, diventando carnefice (a sua insaputa) del leghista.

Infine, sesto ma sicuramente più “mortifero” per il Re del Mojito (…), quel Mario Draghi al quale l’essere stato “truffato” dai partiti della “sua” maggioranza (…) tutti contrari alla sua elezione al posto di Mattarella, ha prodotto la prevedibile reazione. Il premier ha usato tutte le sue armi per stroncare i leaders di partito, agendo sulla paura dei “peones” di perdere la pensione e stringendo un patto d’acciaio col suo mentore Mattarella, incassando dal presidente il ritorno del favore concessogli un anno fa. …Prima ti ho “coperto” io, adesso mi “copri” tu

Insomma, Matteo Salvini ha capito solo poche ore prima della sua disfatta politica (troppo tardi, ormai) il perchè lo abbiano “rimbalzato” a oltranza, rifiutandogli tutte le proposte fatte. Adesso sta cominciando a rendersi conto come mai il “muro”, contro il quale è andato a sbattere, fosse nato molto prima della sua improvvida, superba e perdente decisione di ergersi a “Churchill della Brianza”…

Ora, spennato come il classico “pollo” (…), per cercare di non finire nel dimenticatoio degli ex leaders (…), è corso dal suo “padrone” ancora incerottato (Berlusconi), per baciargli la mano in segno di sottomissione, pronto a regalargli il partito pur di non essere lasciato solo. Da “seccessionisti” a “federalisti” a “repubblicani”, il prossimo passo di Salvini sarà “monarchici”…

“…Quando ti siedi al tavolo da poker e non capisci chi è il pollo, allora il pollo sei tu…”.

Noi, semplici cittadini, l’abbiamo capito da un pezzo e abbiamo smesso di giocare

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