EDITORIALE – IO & “ZAMPA”.

di Raffaele Lisco.

Il mio personale saluto a Maurizio Zamparini.

La scomparsa di Maurizio Zamparini, ha prodotto reazioni diverse nella nostra regione di frontiera.

Quelli che lo avevano frequentato per motivi economici, professionali o politici, non hanno lesinato le solite lacrime di “coccodrillo” sulla figura del “grande imprenditore”, “illuminato industriale” e “abile commerciante”.

All’opposto, chi aveva palesato apertamente tutta la sua contrarietà sul “ruvido” essere dai contorni equivoci, si era impegnato con ogni mezzo per ostacolarne gli obbiettivi, spingendosi anche oltre la civile contrapposizione tra avversari (…), se n’è guardato bene dal proferire parola, preferendo un “comodo” silenzio alla pelosa “benevolenza” concessa ai defunti.

Per quanto mi riguarda, posso solo ricordare quanto conseguente alla mia esperienza professionale con Maurizio Zamparini, breve ma intensa collaborazione, durata il tempo necessario per risolvere alcuni suo piccoli problemi di comunicazione e strategia politica.

Quando molti anni fa, all’epoca dell’amministrazione del sindaco di Grado Edoardo Maricchio, il suo faraonico progetto “Vivere in Laguna” (per i gradesi “Zamparini City”) si era arenato per colpa dei “talebani” all’opposizione (i “civici” di Liber@ – ndr) quelli che pochi anni dopo sarebbero diventati maggioranza di governo a conduzione Dario Raùgna, fui convocato ad Aiello per essere “interrogato” dall’allora patròn del Palermo Calcio e non solo.

Raccomandato da qualcuno di livello, per il quale GradoSpia era il prodotto comunicativo più penetrante sul territorio, fui valutato dall’imprenditore come la persona giusta per creare consenso attorno al suo progetto, fermo al palo senza alcuna possibilità di avanzamento e fornire la mia consulenza sulla strategia da adottare, per favorire i suoi candidati del nuovo Movimento che voleva fondare, sulla scena politica locale, regionale e nazionale.

Era la fine di un novembre che mi avrebbe visto pronto, a giorni, alla partenza per l’Oriente. Tre mesi in Thailandia a “svernare”, lontano dall’isola che durante l’inverno, assume più le sembianze di una Ghost City, piuttosto che quella di una ridente cittadina di mare.

“Lisco, tu DEVI lavorare per me – esordì lapidariamente il poco contrariabile padrone di casa – dimmi una cifra, ci stringiamo la mano e non provare nemmeno a dire di no…“.

Senza alcuna possibilità di rifiuto e parecchio lusingato dall’offerta, proposi il compenso a me gradito, misi come condizione l’inizio del “contratto” non prima del mio ritorno a marzo e strinsi la mano del mio committente, siglando l’accordo a “modo mio”. “Affare fatto, qua la Zampa“, riuscendo anche a strappargli un sorriso. 

Il mio ricordo dell’uomo Maurizio, non si distacca molto da quello della maggior parte delle persone che, per un motivo o l’altro, hanno avuto a che fare con lui come “padrone” o, meglio, nella sua qualità di “ispido” interlocutore.

Nel nostro caso, due caratteri forti (similitudine elegante per non dire “di merda”…), durarono giusto il minimo sindacale del tempo che intercorre tra un grande amore e un vaffa reciproco.

Alla fine, quando accecato dalla rabbia gli urlai, a un centimetro dal naso, che come Presidente era una pippa e di calcio ne capiva meno di mia moglie, compresi che l’unica possibilità di salvezza dai cani sciolti, sarebbe stata la fuga fuori dalle mura della sua casa…

Solo recentemente (2021), Zamparini aveva sepolto l’ascia di guerra tra noi e mi aveva fatto arrivare, conto terzi, l’invito a riallacciare i rapporti professionali, per riprendere il percorso abbandonato per orgoglio reciproco.

Purtroppo, otto anni più tardi, dopo il riavvicinamento virtuale preparato dai “mediatori”, prima la disgrazia del figlio Armando e poi la sua malattia che lo ha portato alla fine, non hanno permesso la continuazione dei progetti condivisi. Ora che il pallino passerà nelle mani del figlio che gestisce gli investimenti gradesi di famiglia, vedremo se quanto iniziato col vecchio tycoon avrà una continuazione.

Mi mancheranno le interminabili discussione nella sua cucina della villa di Aiello (grande come il mio appartamento…), le scorpacciate di salame e formaggio “produzione Zamparini” , le baruffe (verbali) con i principali attori della scena politica, direttori di quotidiani e luminari assortiti del panorama nazionale e internazionale.

Conservo ricordi, gags e aneddoti con “celebrità” poco avvezze al tasso alcoolico “furlàn” che farebbero felice qualsiasi editore di rotocalchi scadalistici…

Arrivederci, Maurizio, grazie per aver arricchito il mio percorso.

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