EDITORIALE – IL CONTE DALLE BRAGHE “ONTE”.

di Raffaele Lisco.

Il Movimento 5 Stelle può essere esistere solo sotto il regno del “Conte dalle braghe onte”

La recente sentenza del Tribunale Civile di Napoli, ha smascherato il dilettantismo di un Movimento che, tolto Beppe Grillo, non vale il clamoroso risultato politico e governativo che ha rubacchiato alle elezioni politiche del 2018, grazie alla promessa di regalare il “sussidio” (Reddito di Cittadinanza) soprattutto  al Sud.

Nel giudizio dei Magistrati, le votazioni espresse online da una parte volutamente selezionata da Giuseppe Conte, per determinare chi avrebbe dovuto essere il Leader del Movimento, già all’epoca avevano sollevato parecchie rimostranze.

Una parte consistente di iscritti sulla piattaforma Rousseau di Casaleggio & C., oltre 8o mila simpatizzanti rimasti esclusi da una norma inserita all’ultimo momento che non permetteva il voto a chi registrato negli ultimi sei mesi, ha prodotto il ricorso al Tribunale di una manciata di attivisti. 

Azzerata la “presidenza” del Gagà Napùlitano (Giuseppe Conte), ora per i Grillini si ritornerà all’antico, riesumando alla reggenza il comico fondatore, almeno fino al momento in cui si ritornerà al voto per eleggere (sicuramente) ancora Conte.

L’ennesima dimostrazione che il Movimento 5 Stelle, esaurita la “novità” politica proposta con grande capacità dai due fondatori Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, all’epoca creatori di una “ribellione” popolare che aveva come obbiettivo quello di riportare al centro della politica il cittadino (…), dopo essere stata premiata dal popolo (sulla fiducia), in seguito abbia pagato lo scotto dell’analfabetismo politico del 90% dei suoi “elevati” eletti in Parlamento.

Miracolati a Roma, grazie al “simbolo”, poichè in quasi tutte le altre regioni e Comuni d’Italia, (dove si vince con la preferenza personale), il “pacco” sono riusciti a confezionarlo solamente ai Romani, Torinesi, Parmensi, Livornesi e pochissimi altri territori pronti a pentirsi quasi subito della scelta.

Per cercare di metterci una pezza, si sono inventati come Capo uno sconosciuto avvocato partenopeo che, furbamente, non ha perso il treno che gli è passato sotto casa e, prima come vice e poi come “prescelto”, si è inchiodato alla poltrona dell’Italia gentilmente offerta dal duo comico Salvini & Di Maio.

Il “Conte dalle braghe onte”, secondo il mio modesto parere (non richiesto) di analista politico, non c’entra nulla con l’ideologia iniziale del Movimento 5 Stelle. In compenso, è perfetto per il gruppo attuale, la mangiatoia dove si sono “accomodati” personaggetti che sono passati dalla condizione di “disoccupati” a quella di onorevoli e senatori, con relativi salti di stipendio e privilegi mai nemmeno sognati da “civili”.

Lentamente ma inesorabilmente, come tutte le cose belle (per loro), anche questa discrasia politica sta finendo malamente e, come scrissi in tempi non sospetti, del glorioso Movimento 5 Stelle del 2007-2013, non rimarranno che qualche decina di furbacchioni trasformisti per i quali il sole non tramonta mai…

La mia personale simpatia per il Movimento (mai votato) si era già fermata all’epoca dei Di Battista, quando se la scelta era tra quella di “adattarsi” o “rinunciare”, c’era ancora qualcuno disposto a dire di no alla proposta di “essere come gli altri”, in cambio del benessere totale ottenuto più facilmente di una vincita al gioco. Cinque anni da “eletto” valgono molto di più dell’incasso di un Gratta & Vinci, “bello carico”, alla settimana…

Da sempre privi di una base operativa sui territori, totalmente a digiuno delle primarie regole della politica, incapaci di dotarsi di una classe dirigente all’altezza, i Grillini di oggi possono solo cercare di aggrapparsi a chi gli assomiglia, in modo speculare, per non perdere i “diritti acquisiti”, magari aggiungendo “mandati” oltre i limiti che, un tempo, erano un dogma…

Quando i Grillini avranno deciso con chi accasarsi (…) che si chiami Partito Democratico o Lega Salvini Premier, gli Italiani sapranno per chi NON votare…

Per questi ex rivoluzionari trasformatosi in tanti Razzi (…), un “Conte dalle braghe onte” come Capo , è perfetto.

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