di Raffaele Lisco.
Il momento è tragico. Scrivo, con la speranza che un pezzo di satira (amara), riesca a strapparvi un sorriso, almeno per il tempo della lettura.
“E guerra fu.
Noi italiani, come il resto dell’Europa, non avevano lontanamente previsto che quello che sembrava un conflitto da talk-show, si sarebbe trasformato in una chiamata alle armi. La situazione era trascesa e l’Europa si era troppo esposta con la Nato per riuscire a rimanerne fuori militarmente. Di conseguenza, tutti i Paesi membri avrebbero dovuto mandare i propri uomini e donne a combattere.
Era stato il Presidente della Repubblica a Reti Unificate e con l’approvazione del Parlamento, a emanare il Decreto che arruolava, con effetto immediato, tutti i cittadini italiani di entrambi i sessi, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, esclusi gli inabili.
I 65 li compio ad agosto, quindi, la “cartolina” era arrivata anche a me, esattamente come 44 anni fa. Il contenuto non lasciava spazio ad alcun dubbio: “E’ invitato a presentarsi il giorno….alle….presso il Distretto Militare di Gorizia, per essere inserito nelle Forze Militari, come da Disposto Presidenziale n., del, firmato da.”
Dopo pochi giorni mi presento al Distretto e, dentro un dejà vu da trip avariato, eccomi in fila in mutande, dentro un luogo nuovissimo, appena ristrutturato coi fondi Europei e adibito a “Polifunzionale Inutile”. In attesa del turno, siamo un bel numero di “coscritti” dall’anagrafica schizofrenica.
Nella fila accanto alla mia, vedo brufolosi “nerd” dal fisico “sfortunato” e occhialoni neri regolamentari (Calvin Klein). “Trappers” col cavallo delle brache ad altezza caviglie e taglio di capelli “Mamhood” disegnati da un grafico emergente. Sgallettate firmate (tarocche) dalla testa ai piedi, con unghie (finte) già considerabili “armamento standard”.
Dalla mia parte, numerosi commendatori dal girovita “importante”, al polso il Rolex comprato col nero nascosto “ai Finanza” e altrettante babbione di mezza età col rosario in mano. Il problema delle “Signore Pine” in fila, era la partecipazione al loop “pettegolo” da cui mantra generale l’ansia per aver lasciato il pargolo/a maggiorenne (modello di cui sopra), senza il suo “indispensabile” zabaione mattutino “…preparato con tanto amore dalla tua mammina, che non ti lascerà mai solo…”.
«Ma senti tu, come hai detto che ti chiami? – parla alla sua vicina, una sui vent’anni, in coda vestita “animal” leopardato, tacco 12 e cappello di raso Haute Couture Chanel – ah, Debbbora?, bello. Scusa ma Debbbbora con l’acca o senza? Senz’acca? Brava, “con” fa proprio “Boomer”. Mah, ti dirò, per me questa storia della guerra è un trucco di qualche televisione, ma si, dai, scusa come hai detto che ti chiami? Debbbbora, è vero, sono troooppo sconvolta da ‘sta storia. Ascolta (mi raccomando non dirlo a nessuno…), una mia amica che sta col fratello dell’idraulico del cuggggino dell’autista di PierSilvio (si, il figlio di…) mi ha avvisato che suo marito ha sentito che stanno facendo un casting per la Fiction del Secolo e noi siamo quiiiiiiiii!!!»
«Comunque, senti, come ti chiami? Debbbbbora, c’hai raggggione sono proprio fuori, tu che look pensi di seguire per rendere fashion ‘sta cosa? Ma dai, veramente? Tua mamma (…che ti vuole tanto bene ecc…) ti ha regalato la mimetica di Uittòn? Figata pazzesca, pensa metterla con gli anfibi di Gimmy Chù (…) e lo zaino di Armani…Però, i capelli sono un bel probbbblema, meglio biondo Ucraina o nero Siciliano? Ricci o lisci? Corto militare o coda?
Cazzo! C’è la guerra e io non ho niente da mettermi!!!»
Raduno delle reclute pre addestramento con pratica sui primi rudimenti di sopravvivenza: «…Nooooo, eccheccazzo! mi si è spezzata un’unghia! Non ci sto dentro, 150 euro dall’estetista, nemmeno due giorni interi…dov’è l’Ufficio Rimborsi?…».
Oppure “lui”, palestrato con i muscoli dappertutto meno che sotto le mutande (…), tatuaggi anche sul culo, cadenazza “de fèro” attorno al collo taurino, taglio “mercenario” alla Wagner di Federico Fashion Style. Praticamente, un Rambo incazzato che, poi, interrogato dal Sergente, esce una vocina da Marcella Bella… Ma chi volete che ci spari o ci faccia prigionieri?
Allora, immediatamente, ho capito che non sarei morto in una prateria fangosa lontano da casa, non avrei dovuto uccidere nessuno e nemmeno avrei patito un solo giorno di disagio.
Sorridendo sollevato, ho realizzato che, con un esercito così “assortito”, l’Italia si sarebbe fatta cacciare via, non solo dal nemico ma perfino dagli alleati…
Adesso è tutto chiaro: la “Intelligent ‘Tagliana” (…), ha elaborato una strategia tattica da Premio Oscar assegnato all’unanimità dall’Accademia dei Paraculi, come Migliori Attori NON Protagonisti. Li ammazziamo di risate, prima stupore e poi compassione, facciamo talmente cacare, che ci rimandano a casa prima della Svizzera.
Cazzo! C’è la guerra e io non ho niente da mettermi…
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