di Raffaele Lisco.
GradoSpia.it lancia un APPELLO a tutti i gradesi e non. Andiamo a riprenderci Oreste.
Lo sconsolato messaggio sul mio telefono, quattro righe inviatemi da una delle mie spie “istituzionali”, m’informa che “…la Protezione Civile di Taipana e gli altri soccorritori impegnati nelle ricerche di Oreste Manera, gradese di 66 anni scomparso due settimane fa e del quale non si è saputo più nulla, ha deciso di sospendere la sua presenza in loco…”
Questa volta, la “tipica allucinazione da avariato” mi ha obbligato alla visione del nostro amico finito chissà dove, probabilmente con scarse possibilità di vita ma, comunque, abbandonato al suo destino senza nemmeno il conforto di una tomba.
Un’idea insopportabile, almeno per me che ho “vissuto” i Manera’s Family in tutta la loro esuberanza. Dalla “caratteristica” Betta, all’indemoniata Lucia, sorvolando sul mio periodo di “fratellanza” con Gino. E poi c’era lui, “Ori”, il Manera diverso, la persona più disincantata e incapace di tenere il muso di tutta l’isola.
Oreste non si trova.
Forse perchè non è stato cercato con professionalità, forse non sono stati usati tutti i mezzi a disposizione degli specialisti, forse la “pataccata” di un assessore giunto sul posto per farsi fare la fotografia vestito da “soccorritore” (sic!) o forse, più realmente, perchè mi serve qualcuno sul quale buttare la croce per lenire il dispiacere e l’incazzatura.
Voglio lanciare una proposta ai miei concittadini di Grado (e non), a tutte quelle persone che “dicono” di essere dilaniate dalla scomparsa del “loro amico” Oreste.
Vorrei coinvolgere i suoi ex compagni del Comune, l’amministrazione (tutta) a contribuire, senza scadere nella “vanvera” (…), chiedere alla Stampa di sposare questa causa, vorrei invitare chiunque abbia il desiderio di dare pace a un’anima avente diritto, come tutti noi, a collaborare, per far partire la “nostra” Macchina della Solidarietà. Per trovare quello zuccone cocciuto, nato al mare ma convinto di essere uno stambecco.
Andiamo a cercare Oreste.
Raccogliamo i fondi necessari per ingaggiare le persone che servono, noleggiare i mezzi tecnici, le conoscenze specifiche e tutto quanto sia utile per ritrovare il nostro amico. Vivo o morto, è nostro preciso dovere riportarlo a casa.
Lo farei anche da solo ma da soli nulla si fa.
Di “mio” l’unico potere che posso offrire, è la divulgazione dell’APPELLO su questo spazio nel quale NESSUNO può richiedermi l’autorizzazione, il bollo, lo scambio “conveniente”.
Inutile dire che servono delle figure “gradite” ai komandanti (e non) per farsi dare i danari necessari e l’aiuto istituzionale. Meglio che io ne stia fuori, a meno di non voler avere la certezza che NESSUNO partecipi…
L’APPELLO è lanciato, “Andiamo a riprenderci Oreste“ lo slogan, come mettere in piedi il tutto è già stato studiato dal sottoscritto ma, sicuramente, non mancano le figure “esperte” migliori di me. Sottoscrizione popolare per i fondi e sensibilizzazione inclusiva del potere politico. Il resto viene da solo.
Questo blog è letto da TUTTI, quindi, da subito, nessuno potrà affermare che non ci sia stata nemmeno una proposta per non voltare la schiena a un nostro amico, magari giustificandosi con l’affermazione che sia stata la “Volontà del Signòr”.
Nemmeno gli assassini meritano di “morire nell’indifferenza” e Oreste Manera, non credo abbia mai ammazzato qualcuno.
P.S: Attenzione Graisàni! Ucraini si, Oreste no e vi vengo a prendere uno per uno…
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