di Raffaele Lisco.
Tutta la Violenza immaginabile, fissata in un’immagine.
E’ finita, abbiamo imboccato il Sentiero del Non Ritorno e il nostro futuro (attuale) non potrà che realizzarsi col peggiorare di giorno in giorno.
Quasi l’intero pianeta si è diviso tra “favorevoli” e “contrari”.
Ovunque, in qualsiasi campo, luogo, tempo (esclusi i paradisi naturali dove la “civilizzazione” e una parolaccia), impossibile sfuggire al famigerato “obbligo di schieramento”. Guelfo o Ghibellino del XXI secolo, sei iscritto per legge al Partito degli Infallibili, maggioranza “bulgara” della Società Civilizzata.
Se tenti di esalare (con accortezza) un tuo pensiero a “favore”, l’Esercito dei Puri (presente in ambo le fazioni) reagirà scompostamente, esaltando in particolar modo il mestiere di tua madre, oppure, i meno “raffinati”, battezzandoti come “vomitevole” e/o “tossico”.
Specularmente, dichiarato il tuo pietoso tentativo di esprimerti “contro” (con distacco), gli stessi lanzichenecchi di cui sopra, replicano alla tua “irricevibile” proposta, posizionando correttamente il vassoio con la merda e accendendo il ventilatore…
E’ questo il prezzo da pagare, per una (dis)umanità afflitta da Bulìmia Opinionistica.
Ci nutriamo senza freno di notizie, opinioni. esternazioni, comunicati, dichiarazioni e, soprattutto, immagini.
Momenti fissati a eterna memoria, flash indelebili come la fotografia protagonista di questo Editoriale.
Impossibile, almeno per quella Specie in via di Estinzione, quella che ancora riesce a rimanere lontana dall’imposto “obbligo di schieramento” già citato, non notare la prepotenza che questo scatto “esplode”, in un cervello degno di essere definito tale.
Il titolo che mi è scoppiato “dentro”, nel preciso istante nel quale ho visto questa immagine di una stupenda ragazzina Ucraina, di soli 9 (nove) anni, non poteva che essere «L’INNOCENZA ARMATA». Il pugno allo stomaco accusato dolorosamente, mi ha costretto a riflettere sulla mia partecipazione (attiva o passiva) alla sopravvivenza di una razza dalla quale mi sento sempre più lontano.
La fotografia è un simbolo che va molto oltre la realtà (vera o presunta) contenuta in essa. L’accettazione, che sconfina pericolosamente nel “compiacimento”, di essere il papà (orgoglione) di una BAMBINA presa come “modella” di un messaggio di violenza.
Mitragliatore e Chupa Chups™, seduta come solo una bambina di 9 (nove) anni può stare sullo stipite di una finestra bombardata, molto probabilmente di casa sua. Lo sguardo rivolto verso il nulla, come se questo “gioco” al quale “i grandi” l’hanno spinta a giocare, non fosse così divertente come loro le hanno giurato…
Io ho una figlia che, putroppo, i 9 (nove) anni li ha “obliterati” da un pezzo e oggi si è trasformata in “Signora Dottoressa”. Superfluo sottolineare che per un padre, il proprio figlio/a ha 9 (nove) anni PER SEMPRE, quindi, è bastato poco per allucinarmi con la sostituzione immaginaria di persona.
Dovremmo fermarci e specchiarci nella nostra retrocessione nella Scala di Darwin. Metterci idealmente TUTTI in circolo e parlarci come si fanno i “malati” delle Anonimi Dipendenti.
“Ciao, io mi chiamo Raffaello, chiedo scusa ma devo scappare subito che ho lasciato il Suv sul parcheggio disabili. No, non sono disabile ma ho il Pass di mia nonna paralitica. Mi fate parlare per primo così risolvo? Io penso che sarebbe ora di finirla con questa retorica “buonista”. Prima gli Africani, adesso gli Ucraini, dopo chi arriva, i Cinesi? Che ognuno si ciucci i problemi suoi che tanto, finchè ci saranno i komunisti, resterà tutto un magna-magna. La vita è una jungla e a me nessuno mi ha mai regalato un cazzo, che vadano a lavorare, come me, anche quelli che devo mantenere per forza.”
“Ciao, io mi chiamo Raffaele, ho una “certa” e sono qui per guarire dalla mia apatia. Come voi, non reagisco più a nulla, mi va bene quello che dicono gli altri (così mi risparmio il fastidio di pensare), me ne strafotto del futuro, voglio figa, soldi, celebrità per me e tutti gli “amici”. Non è importante vivere o morire ne per me, ne per gli altri (…), quello che conta è il top, adesso, subito, immediatamente.”
“Ciao, io mi chiamo Lella, partecipo attivamente come volontaria per Salvare il Mondo. Con i kompagni ci spakkiamo in quattro per chiunque faccia salire il consenso verso di noi. Neri, Bianchi, Gialli, basta che siano stati fulminati dall’Ira di Dio e abbiano bisogno. Combatto per cancellare il NazzziFascismo, l’Omofobbbbia e, adesso, voglio morto quel komunista assassino (???) di Putin, come mi ha spiegato il mio Capo Sezione.”
Durerei un’ora al massimo, giusto in tempo per evitarmi l’inseguimento del commiato “intelligggggente”: “Non abbiamo la bacchetta magica! La gestione di “quelli di prima” si è fregata anche l’ultimo centesimo di cassa, vorremmo aiutarti ma, prima, dobbiamo pensare a noi…”.
Spero di “estinguermi” presto, con o senza di voi.
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