di Raffaele Lisco.
Il Giornalista di Successo, non può uscire senza il suo pettine…
Possiamo dichiarare la fine degli “Specializzati”, almeno per quanto concernente il settore dell’Informazione.
Esclusi i tecnici e collaboratori (“fuori onda”), quelli che stanno al buio dei riflettori e nascosti al pubblico, le Stars dell’Informazione (tutto maiuscolo), si sono evolute in perfetto stile da Mutazione della Specie.
La Specie è quella dei possessori di indispensabile tesserino dell’Albo, obbligo di Casta che sentenzia come “giornalista” un analfabeta e “abusive” le tantissime persone in grado di attrarre un pubblico con i loro articoli.
Prima i ruoli erano netti e definiti: la o il Conduttore, era identificabile anche senza averne visione solamente ascoltandolo parlare. Professionale, asettico, manovratore manovrato, perfetto nella costruzione, ritmo televisivo e quel pizzico di malizia “moderata” (Cattolica), ammiccamento indispensabile per guadagnarsi la simpatia della ggggente “perbene”.
E poi c’era l’Ospite, l’oggetto del “blocco prima della pubblicità”, il riconosciuto “esperto” del settore, un medagliato sconosciuto e scovato con fatica dalla Redazione. Prima, gli “esperti” erano tutti identici ai grossi topi con i quali convivevano nei sotterranei dei giornali o della Pubblica Amministrazione. Imparata in fretta la lezione, si sono mutati in piccole, medie e conclamate Stars dei giorni nostri.
Quando la gggggente ancora mi piaceva (tanto tempo fa), il “dottore” (medico) rispondeva al microfono vestito in “divisa”. Col camice bianco, senza “trucco e parrucco”, molto a disagio in un ruolo non suo. L’intervistatore nemmeno si vedeva, tanto meno ne si conoscevano le generalità, salvo avere la prontezza (e l’interesse) di leggerne il nome in sovraimpressione…
Gli “Specialisti” sono diventati “Attori”, la tecnica dell’immagine ha fatto passi da gigante e, oggi, anche un cesso a pedali si può giocare la faccia, dipende dal Palinsesto. Sorvolo sulle “competenze” espresse da comparse riesumate dal sepolcro, sgallettate in cerca del provino, vecchi tromboni da pulpito (assolti per sopraggiunta prescrizione) rrrrrampanti bi e tri-sex e Profeti che hanno capito che per accreditarsi come Indovino del popolo bue, in cambio del bonifico, basta conoscere la “persona giusta”.
Si vede lontano un chilometro, che gli “ospiti” vanno in trasmissione già “studiati” e non mi riferisco al “restauro” obbligatorio prima dell’On Line ma alla furba ricerca di quei gadgets che restano in memoria: dress code, acconciatura, accessori e postura.
Nella foto di testa articolo, un esempio su tutti: il giornalista, scrittore, editorialista e opinionista Federico Rampini, cronista di primo piano. Nonostante una “certa” sul groppone (…) sceglie il modello “Capalbio”, il mood Radical Chic (di spessore), aspetto gggggiovanile, “libero” in camicia azzurra e bretelle rosse che fanno molto Kennedy (o Ezechiele Lupo…) ma, soprattutto, “distrattamente” spettinato.
Ora, credo non serva una Laurea in Scienze della Comunicazione per comprendere l’evidente ricerca di un immagine che resti impressa. Altrimenti, se sei “reale” e non “costruito”, primo, ti pettini e secondo, ti metti una giacca. In maniche di camicia ci si presenta solo in spiaggia…
Rampini che è sicuramente un professionista della scrittura, come tutti i suoi colleghi ospiti fissi e volanti dell’80% dell’intrattenimento Italiano (ma non solo), ha capito che non è la “competenza” quella richiesta. Se sei tu l’esperto protagonista, le scontate contrarietà sulle tue opinioni, sono la rappresentazione palese dell’invidia di quelli che vorrebbero stare al posto tuo…
Puoi raccontare “a vanvera” tutto quello che ti pare, la gggggente si fermerà alle “bretelle”, commenterà (a favore o contro) l’esplosione della “cotonatura” del pelo cutaneo, si commuoverà davanti alla erre moscia che ricorda l’Avvocato (G.A.) e somatizzerà quel essere “cittadino del mondo” che (bontà sua) compatisce i “provinciali”. Acute stilettate sullo scroto per il “Tagliano” (medio) mai andato oltre Ladispoli o, al suo opposto, i “benpensanti” protagonisti da “Cortesie per gli Ospiti”.
Chiudete gli occhi e immaginatevi una di quelle belle faccione che s’insinuano dentro casa, a tutt’elore (…), mattino, pomeriggio, sera e notte. Una Merlino, Mentana, Vespa, Palombelli, Floris, Costamagna, ecc. Sono sempre quelli, stanziali o a chiamata, professionisti del Giornalismo (S)Pettinato, megafoni del Potere a modo proprio. Finti incazzati pagati dai loro bersagli (…), Rivoluzionari del “prima apriamo un dialogo”, Granitici della qualunque che “…si, ma, forse, però, magari…”.
Attori, guitti che hanno capito quello che Razzi sapeva da mò: “…Credi ammè, fatti un personaggio tutto tuo e poi, stai con tutti, vedrai come arriva il “crano”…pò-pò-pò…”.
Scusate, devo lasciarvi, mi sta chiamando lo sponsor, devo mandargli la bozza dell’Editoriale per l’approvazione…
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