di Raffaele Lisco.
“Grande Risultato” per Giuseppe Conte: lo hanno votato in meno di 60 mila…
Ci sono molti modi per esultare, anche quando la “vittoria” tutto sembra meno che un successo.
Esattamente quanto accade normalmente nella politica (minuscolo) Italiana, la scontata affermazione che certifica la vittoria di tutti, perfino quando il tracollo è grande come una casa.
Giuseppe Conte, il gagà pugliese passato dal nulla al tutto (…), ha dovuto “ricontarsi” dentro il Movimento 5 Stelle (quello che ne resta…), per colpa della propria incapacità nello stabilire un regolamento interno a norma di legge…
Il risultato “eclatante” incassato dal rappresentante di un Movimento in caduta libera, è stato il “plebiscito” virtuale di ben 55.618 preferenze, sul massimo stimato in 59.047 elettori Grillini.
Un “pomposo” voto bulgaro (dichiarato nel 94% delle preferenze sulla sua conferma “presidenziale”). L’eccezionale risultato (…) della metà degli aventi diritto (130.570 – ndr) che certifica l’elezione plebiscitaria di “Giuseppi” da parte della metà della metà dei Grillini…
Non si possono che fare i complimenti di fronte a un risultato talmente evidente, sopratutto considerando che nell’ormai “paleolitico” 2018, alle elezioni politiche, il Movimento 5 Stelle (senza Conte) aveva raccolto qualcosa come 20 milioni di voti, tra Camera e Senato, circa il 32% degli Italiani.
A casa mia, crollare da 20 milioni a meno di 60 mila, significa che ti sei perso per strada la bellezza di circa 19.940.000 elettori (…), vuole dire che diventa incontestabile che la stragrande maggioranza degli Italiani che aveva creduto alle balle “rivoluzionarie” di Beppe Grillo e i suoi Dilettanti allo Sbaraglio, si è resa conto (troppo tardi) che sono tutti uguali e, di fronte alla prospettiva di poter perdere la poltrona, sono pronti a tutto e il suo contrario.
Giuseppe Conte, dopo la fallimentare esperienza del Governo giallo-verde, accusata la morsa burina di diventare la controfigura di Capitan Nutella (Salvini) e Giggino o’bibbitaro (sic!), non ha trovato di meglio che interpretare la figura “istituzionale” di un Movimento incapace di radicarsi nei territori, l’elegante avvocato di un’Armata Brancaleone di trololò, il cui unico merito è stato quello di aver vinto la Lotteria dei Dilettanti.
“Se mi voteranno in meno dell’80% degli aventi diritto – aveva dichiarato Pinocchio – prenderò le dovute decisioni…”.
Ebbene, se la matematica non è un’opinione (e per quelli a cui conviene lo è…), meno di 60 mila preferenze su quasi 20 milioni, non perdo nemmeno tempo a calcolare se valgono più o meno dell’80% del totale…
“Sì – dicono i tifosi – ma il calcolo va fatto sui 130 mila iscritti alla piattaforma dove votare”. Va bene, voglio venirvi incontro, calcolate voi stessi il risultato della percentuale che si ottiene dalla proporzione tra 60 mila su 130 mila e vediamo se supera il 50%.
La verità è che, come sempre, pur di rimanere attaccati alla poltrona, il ricorso a qualsiasi sofisticazione possibile è il mantra attraverso il quale TUTTI i “leaders” italiani (sic!) s’inventano la qualunque, pur di riuscire a dimostrare di aver vinto per distacco…
Personalmente, dimostrata la mia siderale lontananza dal teatrino degli “eletti”, ormai rassegnato da tempo a vivere in sicurezza il più distante possibile da questi scrocconi, resto ai margini a osservare quanto si possa essere imbecilli nel continuare a sostenere cotanto pattume umano.
Parassiti a qualsiasi livello: comunale, provinciale, regionale, nazionale ed europeo, anche tenuto conto delle rarissime eccezioni che confermano la regola, affidarsi agli “eletti” vale quanto vivere con una supposta di tritolo nel culo, sperando di non prendere una buca.
Il grande “guadagno” che resta a noi “sudditi”, è quello di sopravvivere (male) in una nazione sull’orlo della guerra, avere il reddito pro capite della stragrande maggioranza dei cittadini a picco, assumere un’informazione da dittatura ignorante, scontare la mancanza dei servizi primari e piegarsi all’obbligo di essere governati dai raccomandati.
Ci resta il “privilegio” di continuare, dopo anni, a dormire nelle case terremotate ma, contemporaneamente, subire l’onta di usare le nostre tasse per ricostruire i teatri altrui (…). Dover chiedere il “permesso” ai “migliori” per lavorare e sentirsi sempre più disgraziati perchè “vengono prima i poveri profughi”.
Bravo Giuseppe Conte, uno che ha capito tutto…
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