EDITORIALE – E CHE PERDA IL PEGGIORE…

di Raffaele Lisco.

Ci risiamo, tra poco più di due mesi si torna al voto.

Italiani, siamo pronti a un altro Giro di Giostra? Ci ricordiamo dove abbiamo lasciato la tessera elettorale, oppure ci prepariamo a recarci in Municipio, all’ultimo momento, per farci fare il duplicato?

La data è stata decisa, il 12 giugno tutti in fila davanti ai seggi, per eleggere i sindaci in scadenza di mandato e pronunciare la nostra scelta sui Referendum Giustizia.

La campagna elettorale sui quesiti referendari non è ancora partita, anche perchè – come sempre – c’è chi preferirebbe non si raggiungesse il quorum e chi, al contrario, punta moltissimo sulla vittoria per riguadagnare le percentuali di consenso perdute.

In compenso, la corsa alla vittoria per i candidati sindaci delle città dove si andrà al voto è già partita da un pezzo, travolgendo i poveri elettori locali con tutta la sua prepotenza informativa.

Qui da noi, nell’estremo Friuli Venezia Giulia, per esempio, regione dove il centro destra è presente con un largo consenso popolare rispetto agli avversari della sinistra e il Movimento 5 Stelle non esiste in modo considerabile, il ri-candidati sindaci uscenti di alcune città, stanno facendo l’impossibile per rimanere tali e proseguire la loro avventura politica e amministrativa.

Se per alcuni la vittoria è ampiamente annunciata, per altri il percorso verso l’obbiettivo è meno garantito ma, alla fine, credo che riusciranno a spuntarla tutti, attesa la dimostrata insufficienza degli sfidanti, avversari molto più bravi nell’annullarsi da soli, piuttosto che vendersi agli occhi dell’elettore come più credibili per amministrare il territorio.

Su di un fatto siamo tutti concordi: la percentuale dei votanti sarà molto bassa, sia per motivi di lontananza popolare verso gli “onorabili” ormai percepiti in modo pessimo (…), sia per il timing estivo (domenica 12 giugno) che fa prevedere una forte assenza della gente dai seggi.

Oltretutto, a oggi, salvo cambiamenti dell’ultima ora, si voterà solo un giorno (domenica), togliendo al cittadino la possibilità di recarsi alle urne la mattina seguente del lunedì, come si è sempre fatto di solito.

Consapevole che a nessuno interessi la mia opinione ma altrettanto convinto che la proprietà autoriale di questo blog mi concede il diritto di dirla ugualmente (…), l’ennesima chiamata al voto popolare non mi riguarda, sia perchè non sono direttamente interessato nel Comune dove risiedo, sia perchè dei Referendum me ne importa ancora meno.

Ormai, sono un fervente credente dell’inutilità, descritta falsamente, di chi pensa ancora che votare sia l’espressione democratica di un proprio diritto. Il “Diritto”, per il popolo, è solo una parola che serve (a chi lo gestisce) per truffare i sudditi, facendo credere loro che si può credere in qualcosa (e qualcuno), salvo poi, sistematicamente, fregarlo con disprezzo…

“…Prima i Padani, prima i veneti, prima gli Italiani, prima i sofferenti, prima gli ultimi e prima quelli rimasti indietro…”. Poi arriva “chiunque” e scavalca i “primi” per Editto Ministeriale.

Come diceva quel tipo strano con un occhio solo dentro un triangolo? “Beati gli Ultimi” (…ma solo se i primi non si saranno fregati tutto…).

E che perda il peggiore.

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