EDITORIALE – NON CE NE PIU’ DI COVIDDI…

di Raffaele Lisco.

Siamo guariti, finalmente, la Pandemia è finita.

Non ci sono dubbi che, finalmente, il buon lavoro del Governo Italiano abbia sconfitto la Pandemia da Coronavirus, pesante tributo che tanto ci ha fatto penare fino e ieri.

Con l’arrivo della S.S. Pasqua dell’anno 2022, l’evidenza di una popolazione “liberata” dalle restrizioni, coprifuochi, bardature mascherate, tamponi quotidiani e razionamento della circolazione, è apparsa in tutto il suo splendore.

Qui da noi, a Grado, complice una stupenda giornata di sole, la calata dei pendolari che hanno preso d’assalto l’isola per passare al mare la giornata di Pasquetta, ha certificato la fine dell’emergenza e il ritrovato uso della propria libertà.

A passeggio sulla Diga, nei viali principali, sulle spiagge libere e non, perfino nei locali al chiuso, (quasi) tutti hanno lanciato nel bidone l’odiata mascherina, hanno buttato i flaconi di disinfettante e si sono lanciati nello struscio da baci e abbracci ravvicinato, sputazza compresa.

Nonostante la prevedibile e scontata negatività prodotta dalla solita schizofrenica viabilità isolana, percorso peggiore della bombardata Mariupol (…), una gimkana ipnotica tra “rotonde” inutili e cantieri “già finiti”, il solito fiume di scappati di casa dalla vicina Austria, Furlania e Bisiacheria, si è riversato su Grado, per la gioia dei nativi felici d’incassare.

L’amministrazione in carica, “kompetentemente”, si è messa in disparte, preferendo lasciare mano libera ai “turisti”, evitando loro qualsiasi seccatura normativa e ordinando a chi preposto al controllo sanitario, di farsi una pasquetta di cazzi suoi…

Del resto era ora, mica si poteva continuare ancora ad allungare un brodo ormai freddo, tenere un popolo sotto anestesia e puntare sulla paura del contagio a vita. Oltretutto, la Guerra ha degnamente sostituito un “pericolo” (ormai scaduto) con uno nuovo di zecca.

Tutto questo, facilmente “a vista”. E’ bastato farsi un giro per Grado in questi giorni pasquali, per essere testimoni oculari di quanto detto.

Tuttavia, volendo aggrapparsi alla fiscalità dei numeri, è sufficiente collegarsi al sito della Protezione Civile e rendersi conto di come il numero dei “positivi”, di quelli in “quarantena” e dei “deceduti”, salga e scenda come come un criceto nella ruota. In ventiquattro ore, nel nostro Comune, si passa da una cinquantina di contagiati a oltre ottanta ma, il giorno dopo, il numero precipita a meno di quaranta e senza passare per alcuna quarantena

Logico pensare che siano numeri diffusi a cazzo di cane, cifre inventate da qualche burlone di Asugi che di mestiere vorrebbe fare il comico a Zelig. Il tapino “calcolatore” di impestati e guariti, quando deve pubblicare i numeri di Grado, capito chi sia l’assessora preposta si tranquillizza, sapendo di non poter essere smentito. Qualsiasi cazzata registri

Bene, a parte quel fesso di Mario Draghi che ha voluto provare a contagiarsi, gli Italiani hanno deciso che “…di Covidde non ce n’è…”, di conseguenza, basta con i DPCM, gli obblighi, i controlli e tutto il corollario accessorio, ordinanze inventate giusto per fankularci un pò.

Tanto, se proprio dovessimo riaprire al virus, magari sotto una nuova forma di variante, basterà un poca di fantasia “kreativa” e qualche puttanata giustificativa la troviamo.

Non ce n’è più di Coviddi

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