di Raffaele Lisco.
Iniziano i festeggiamenti, per i 130 anni di “turismo” Gradese.
Sono passati 130 anni da quella stagione estiva del 1892, probabilmente il primo dato statistico archiviato dagli Austriaci, i fondatori del Turismo Gradese.
Festeggiato l’arrivo dell’Anno 2022, quale migliore occasione per scoprire la ricorrenza “furba” e inventarsi degli “eventi” (…) che dovrebbero essere la “normalità”, per una località balneare come la nostra?
Grazie all’impegno dl Consorzio Grado Turismo che, in collaborazione col Comune di Grado e PromoTurismoFVG, renderanno l’estate prossima ventura un ricordo imperituro (…), adesso sappiamo che l’isola offrirà ai suoi ospiti una stagione estiva ai massimi livelli…
Tutto “nuovo”, all’insegna della riconquista politica degli assets lasciati nelle mani dei “civici comunisti” per troppo tempo.
Finalmente, anche Grado torna totalmente tra le braccia di Mamma Destra, libera dagli “svolazzi” di gente “ambigua” che confonde il progresso con la democrazia.
Bene, noi semplici osservatori residenti, quelli che foraggiano i bonifici dei “kompetenti” (…) ma possono al massimo farsi rimbalzare per inferiorità di ruolo (…), siamo felici che il turismo locale vada bene. Magari, potremmo replicare (umilmente) che va bene dappertutto, attesa la “fame di vita” che ha colpito il mondo, dopo due anni di arresti domiciliari coatti…
Tuttavia, non è questo l’oggetto dell’Editoriale di oggi. Il pensiero del giorno verte sull’evidenza dell’età governativa che amministra l’isola di Grado. Non l’età anagrafica (già di per sè molto avanzata…), quanto la senilità mentale degli stessi.
Siamo un località “vecchia”, discendiamo addirittura da Venezia, abbiamo visto Attila e il Doge adesso lavora in Git…
Un valore aggiunto, rispetto a spiagge come Lignano, luoghi nati dal nulla in tempi relativamente recenti. Tuttavia, la Storia Millenaria di una località turistica, ormai ha l’obbligo di offrirsi vestita di tecnologia, deve mantenere le proprie tradizioni ma servendole attraverso servizi moderni, efficienti, futuribili.
I 130 anni di “Storia” che andiamo a celebrare si sentono tutti, sulle stanche spalle di Grado, dimostrano tutta l’arretratezza di una comunità che guarda indietro invece che avanti, ancora imprigionata “a casòn” e figlia del pregiudizio che impedisce l’apertura al futuro.
Un vero peccato aver avuto il dono di un territorio magico, unico ed esclusivo, un’isola immersa in un contesto paradisiaco, un lembo de sabiòn sul quale tantissimi vogliono venire, nonostante noi facciamo di tutto per convincerli del contrario…
Solo quando riusciremo a fondere tradizione e modernità, potremo pensare di tornare a essere di nuovo quello che eravamo già, la “Perla dell’Adriatico”.
Il resto, sono solo “marchette” a pagamento e Propaganda Istituzionale.
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