di Raffaele Lisco.
Altro che “privilegiati”, fare politica attiva è una faticaccia improba…
Cipputi e la Casalinga di Voghera, ovvero la rappresentazione etologica dell’Italiano Medio, percepiscono gli “onorabili” come una Casta di personaggi mediamente di basso profilo, popolani che, all’improvviso, si “elevano” dimenticando chi sono, da dove vengono e dove (prima o poi) torneranno…
Non è un segreto che la maggior parte di noi ritenga che un “eletto” sia favorito oltre la reale misura del suo valore, percepisca retribuzioni fuori dalla normale media di mercato e abusi del suo piccolo potere in maniera insopportabile.
Se non lo siete già e quindi superfluo immedesimarvi nel Profilo a seguire (…), immaginate di essere un “eletto”, esservi candidati alle ultime elezioni e aver ottenuto il posto. Adesso, finalmente, il Sogno si è avverato, siete “qualcuno”, la stampa vi cerca e fate parte di quelli che amministrano.
Intanto, per arrivare al “seggio” (o alla “nomina”) avete dovuto abbandonare la vostra vita, per entrare totalmente in un “Gruppo”, diventare “fratello” (o sorella) di curiosi personaggi mai visti prima (…) e passare dal tranquillo tran tran casa-lavoro-famiglia-amici, alla figura di “disponibile” per chiunque abbia diritto al voto.
Hai dovuto fare chilometri per distribuire i “santini”, fare finta di “socializzare” con strana gente, dimostrare cultura e preparazione (senza farti scoprire un somaro…) e garantire (mettendoci la faccia) che la prima cosa che farai “una volta eletto”, sarà quella di occuparti del pollaio abusivo di Nonna Pia e/o del passo carraio del signor Maialutti. Per debellare la Fame nel Mondo ci sono “quelli più in alto”…
Dice: “Si vabbè, con le paghe che prendono ci andrei anch’io all’Inferno, tanto ci sto già e da povero…”.
Certo che l’abbaglio dello stipendio importante conta ma perchè non provare a prendere una giornata tipo di un’eletto di medio livello (sindaco, assessore regionale, deputato) e confrontarla con quella di uno di noi “normale”? Secondo me, quella che sembra un scelta scontata, alla fine non lo sarà più così tanto.
Noi andiamo a farci le nostre ore di lavoro, ognuno per il mestiere che svolge, durante la giornata ci pigliamo le nostre pause quasi rituali, abbiamo margine per cambiare gli impegni e conviviamo in un “circolo” più o meno ristretto che ci permette di conoscere i colleghi. Possiamo decidere se passare il fine settimana come ci pare, con chi ci pare e dove ci pare (secondo possibilità) ma anche stare svaccati sul divano a non fare una beata minkia. Perfino “trombare” tutto il giorno (secondo possibilità…) mangiando schifezze in canotta e col telefono spento.
L’elevato no. Egli ha come obbligo l’uso della “divisa”, giacca e cravatta, scarpe d’ordinanza e faldone accessorio. Convive con lo “staff” che lo incatena agli Impegni Istituzionali, con qualsiasi tempo DEVE essere presente all’apertura della Sagra della Qualunque, inaugurare il Salone del Nulla e partecipare al simposio titolato “Che Colore ha la Scorreggia?”, importantissimo incontro scientifico (…) finanziato dal Partito.
Tutto il giorno, tutti i giorni, caldo o freddo, pioggia o solleone, a casa o in trasferta, da mattina a sera.
Miliardi di mani sudaticce da stringere, terabyte di selfie “per ricordo” (di chi li chiede), ettolitri di “brindisi” e tonnellate di companatico impossibili da rifiutare. “…Eccellenza, senta questo prosciuttino, assaggi il formaggio che fa mio cognato con i piedi (…), dopo, possiamo fare due parole in privato?…”.
Devi sapere dove sei, con chi e per quale motivo, conoscere gli Alieni che ti si fanno incontro per scappellarsi untuosamente, sorridendo a 106 denti come rappresentanti della Durban’s©. Tua figlia a casa ammalata con la febbre e tu in visita al Circolo del Merletto Friulano, stando attentissimo a non paragonarlo con quello Veneto che poi scattano le polemiche di campanile. Quattro vecchiacce sdentate, però tanto amiche della madre del Presidente…
Devi sapere a chi rispondi, pesare quello che dici, informarti dove sarà pubblicato, se la testata è amica o nemica, valutare in anticipo le possibili reazioni conseguenti alle tue dichiarazioni. Se guai ti uscisse un lampo di sincerità, smentire subito con la scusa di aver frainteso la domanda.
Non hai scampo, sei in tournèe, senti che il cagotto sta per esploderti nelle mutande (per colpa del “prosciuttino”) ma hai l’incontro di maggioranza e poi la riunione di partito. Alla fine, hai presenziato per più tempo sul cesso che al tavolo…
Noi, irrispettosi sudditi, dovremmo iniziare a portare maggior considerazione per quelli che (vergognosamente) definiamo “scrocconi”, mangiastipendi, miracolati e nullafacenti.
Gente che, invece, vive una vita triste, pesante, difficile e «altamente usurante». Un “lavoro” che noi (invidiosi) immaginiamo “principesco” ma che non durerebbe nemmeno una settimana, nelle nostre mani di “fankazzisti”.
Loro sono migliori di noi perchè, in cambio di “quattro soldi” (…), rinunciano alla loro vita (quella vera), offrendosi “volontari”, al posto nostro, per compiere quello “Sporco Lavoro” che qualcuno deve pur fare…
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