EDITORIALE – CHI SEI? TEX WILLER O MARIO ROSSI?…

di Raffaele Lisco.

E’ arrivato il momento di scegliere: vuoi essere Tex Willer o Mario Rossi?

Qui bisogna prendere una decisione: vogliamo rimanere tipicamente “Itagliani”, con tutti i nostri difetti (ma anche con le grandi qualità che ci distinguono nel mondo), oppure adottare definitivamente lo Style of Life degli Amerikani e indossare il “cinturone”, non solo in senso figurato?

Gli simpatici yankees, “liberatori” dell’Italietta post fascista, da subito sono entrati nelle Grazie degli Italiani, anche (e soprattutto) al vantaggio di essere venuti a sfamare una popolazione stremata dalla miseria, macerie e morte. Difficile volere male a una grande nazione costruita in un paio di secoli, naturalmente “moderna”, cosmopolita (ma nello stesso tempo razzista come poche altre…), proprietaria del massimo sperabile, luogo dove qualsiasi sogno può diventare realtà.

Per tantissimi anni l’Amerika ci ha accompagnato nella nostra Storia. Fin dai tempi del Rock’n Roll (anni 1950) ha rappresentato montagne di hamburgers con le patate fritte, i kolossal del cinema al Drive In, la grandiosità degli spazi di una nazione immensa e le specificità dei suoi Stati Uniti. Intere generazioni sono diventate anziane col sottofondo della musica di Gren Miller, o le sonorità della West Coast, per non dimenticare il Blues e il Jazz

Tutto bello, ricco, fantasioso, come una vacanza a Disneyland, unto come una fila di “ribs” con salsa BBQ, mafioso come la Mano Nera e scandaloso come Castro il quartiere “multicolor” di Frisco. Il Paese del Bengodi, per l’italiano medio, è stato come Kansas City per Nando Meliconi.

Troppo impegnati a sognare di guidare una Corvette Convertibile sulle strade della California, non ci siamo accorti che la nostra percezione degli Amerikani ha subito troppo l’influenza della “finzione cinematografica” e non tutto è “Dollaro” quello che luccica.

Abbiamo chiuso gli occhi sulla VERA natura di un popolo nato grazie ai “pistoleri” del Far West, lo sfruttamento delle minoranze native o meno del territorio. Dai pellerossa agli ispanici, dagli europei agli orientali, una “democrazia” esportata a colpi di Colt 45. Ovunque.

Loro, col cinturone in vita e il cannone nel garage sono “normali”, qualsiasi mona può mandare un incensurato (o se stesso) a comprare un carro armato per mandare la moglie a portare i figli a scuola. Magari poi, visto come guidano le donne (…), invece del freno a mano azionano il cannone e, “senza volere” tirano giù l’intero istituto, bambini compresi

Chi ha stabilito che anche noi, placidi guerrafondai da salotto, protagonisti “in assenza, ideatori del cartello “Torno Subito” e mammoni attaccati alla sottana fino all’estrema unzione (…), dobbiamo obbedire agli ordini di una politica che vorrebbe “amerikanizzarci” solo per potersi vendere un popolo come merce di scambio e “potenza” personale?

Noi, Mediterranei Fankazzisti degni della più spassosa Commedia all’Italiana, Campioni del Mondo di Scuse e Cinture Nere di Imboscamento Tattico (…), cosa c’entriamo con Tex Willer, Terminator, SuperMan e Capitan America?

Noi resteremo per sempre nella Storia per aver creato Cultura e Arte: Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Volta, Bernini, Montale e Rubbia, solo per citare a vanvera. Loro più in là di Rambo, Elvis, Joe di Maggio (italiano…) e Marilyn, sono parecchio indietro con le lezioni di scuola…

Non so voi ma io non seguirò la “moda” Draghiana e parassiti collegati.

Non acquisterò una pistola, i coltelli continuerò ad usarli per tagliare il formaggio (…) e rimarrò convintamente “antidemocratico”, se questo significa preferire i fiori ai “cannoni”, nel senso di quei cosi che sparano, non quelli che producono fumo.

Anzi, magari con una bella “seduta di gruppo” terapeutica (…), qualcuno potrebbe anche ritrovare il senno perduto, dopo l’iscrizione al Partito…

Il fumo lo mettete voi, però.

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