EDITORIALE – “OGNI OFELÈ FA EL SO MESTÈ”…

di Raffaele Lisco.

“Ogni ofelè fa el so mestè.”

“Ogni pasticciere (ogni professionista, in senso lato) faccia il suo mestiere”.

E’ un antico proverbio milanese che invita ognuno a desistere dall’impicciarsi in un lavoro che non si sia in grado di svolgere o non gli competa. Esattamente il contrario di quanto dimostrano di voler fare gli “eletti” (di sempre) della nostra maltrattata isola.

Questa volta, la “protesta” indirizzata da cittadini e turisti palesemente (per iscritto) all’amministrazione in carica, quella dei “kompetenti” per intenderci (…), interessa il metodo selvaggio col quale vengono occupati i suoli pubblici (in concessione) del Centro Storico di Grado (ma non solo).

Con la giustificazione della “pandemia”, per cercare di blandire un settore in difficoltà qual è quello della ristorazione, il “fu” governo di Dario Raùgna aveva colto l’occasione normativa per poter allentare la stretta sul rispetto degli spazi dati in concessione ai ristoratori di Grado, con lo scopo di “allargare” le piazze e agevolare l’aumento di coperti da sfruttare.

Niente di più sbagliato, sciocco e lesivo, per un territorio ristretto fatto di strette calli e minuscole piazzette caratteristiche. La dilettantistica convinzione che, “dando di più” e facendo pagare di meno i metri quadri in concessione, gli “affari” dei potenziali “elettori” (…) sarebbero ripartiti come e meglio delle stagioni pre pandemiche, poteva essere figlia solo di chi escluso da studi specifici di marketing turistico e logistica.

L’ignoranza di chi si vende come “kompetente” ma non capisce che, il valore aggiunto della conformazione millenaria del nostro Castrum, si sublima proprio nell’esclusività “contingentata di poter consumare la propria pietanza o degustare dell’ottimo vino in posti dove la Storia è proprietaria (…) e il non considerare che Grado non è Rimini, quindi il nostro “must” dovrebbe essere “less is more” (meno è meglio), ci regala la scontata e prevedibile conseguenza di cotanta “scienza”. Oggi (come ieri lo è stato per il BimboMinkia…) diventa un problema di Kovatsch e Borsatti.

Nemmeno il tormentone secolare dell’ex Consigliere (S-Delegato) dell’amministrazione cacciata dai gradesi (civici), governo nel quale per puro caso (…) Sebastiano “Natalino” Marchesan aveva cavalcato qualsiasi nefandezza, pur di guadagnarsi la poltrona (salvo poi pentirsene amaramente), era riuscito a evitare l’anarchica occupazione del suolo pubblico da parte dei “poveri” ristoratori.

Figurarsi adesso, che le responsabilità dei “kompetenti” (senz’arte ne parte) presentano l’onere di dimostrarsi “più migliori” di “quelli di prima”. Obbligati a risolvere le puttanate dei “Civici Sinistri”, in ansia per rimediare alle imbarazzanti Opere Pubbliche costate tanto quanto la loro inutilità (…) e bullizzati da una cittadinanza apatica, critica e pronta a fucilare i “nuovi giuggioloni” bramosi di “assessorato”.

Infatti, quello che sembrerebbe un problema di facile soluzione, in realtà non lo è più, grazie alle “proroghe” utili a graziare tutti quelli che nei decenni hanno governato Grado (male…), gli stessi che non sono riusciti a dotare il Centro Storico dell’isola di dehors delimitati, spazi precisi dove “contenere” i mille mila tavoli dei ristoranti “tipicamente identici”.

A meno di non prendere una posizione convinta, inimicandosi la parte penalizzata… Ma ormai è tardi, l’estate sta iniziando e non è più possibile cambiare l’andamento di un’altra stagione che resterà ostaggio (tanto abbiamo già votato…) della disorganizzazione amministrativa politica.

Inutile aspettarsi di meglio da chi “crede” di sapere tutto, è convinto di poter gestire una comunità raccontando fandonie come non ci fosse un domani e sperando che, insabbiando i problemi, la gggggente se ne dimentichi l’esistenza

Per gli uomini e le donne deQuel de Tavagnàc“, copiare il “Buongoverno” dell’ex Faraone Dario Raùgna, il leader dei Dilettanti allo Sbaraglio, ex sindachino rimandato a casa in malo modo (…) talmente “colpito a morte” da essere sparito dalla circolazione (…), è una strategia che solo chi ha meno idee di “quelli di prima” possono perseguire.

Sempre che, l’obbiettivo di Kovatsch & C., non sia quello di farsi cacciare più presto possibile…

®RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

 

 

Related posts