EDITORIALE – IL PASTICCIO DELLA TARI ISONTINA.

di Raffaele Lisco.

Proviamo a capire insieme cosa c’è dentro il Pasticcio della Tari Isontina.

Il nostro Paese è meraviglioso, non solo per le variegate bellezze naturali, i paesaggi che vanno dai picchi più alti alle coste marine e tutto il Repertorio Artistico disseminato per tutta l’Italia ma anche per le criticità che palesano la nostra politica “tipicamente ‘tagliana”…

Impossibile non rimanere “putrefatti” (…), nell’osservare le stridenti incongruenze che la politica oggi palesa in tutta la sua totalità, non solo tra gli “opposti” ma perfino tra le file dei “colleghi” di coalizione.

Prendiamo la recente faccenda della TARI (TAssa sui RIfiuti – ndr), balzello in aumento nei Comuni, per gli ovvi motivi conseguenti a una Pandemia aggravata dalla Guerra contro la Russia. La notizia di aumenti fino al 25% delle bollette rispetto al 2021, ha acceso i riflettori su questa ennesima penalizzazione per i cittadini.

Naturalmente, nella nostra regione (FVG), lo Status di Territorio a Statuto Speciale, evidentemente, concede ai suoi amministratori la possibilità di scegliersi gli indici tariffari un pò come gli pare (…), atteso il fatto che ci sono sindaci che faranno pagare totalmente l’aumento, altri che accetteranno una proporzione e altri ancora che non pagheranno niente…

In teoria, andrebbero applauditi gli amministratori capaci di mantenere invariati i costi delle tasse ai propri cittadini, tuttavia, comprensibile farsi sorgere dei dubbi quando la sproporzione tra +25% di Tari a Gorizia e 0 (zero) a Monfalcone, risulta misteriosa.

Le ragioni della sindaca Anna Cisint, sono state spiegate dalla stessa relatrice, con la non accettazione del Comune di Monfalcone del Pef (Piano Economico Finanziario – ndr) di IsaAmbiente, la Società d’ambito che gestisce i rifiuti nell’Isontino. Monfalcone contesta la Gestione Finanziaria della partecipata e quindi non paga la quota stabilita per il 2022.

Curioso apprendere dai sindaci di Capriva, Cormons, Doberdò del Lago, Dolegna del Collio, Farra d’Isonzo, Fogliano-Redipuglia, Gorizia, Gradisca d’Isonzo, (Grado), Mariano del Friuli, Medea, Moraro, Mossa, Romans d’Isonzo, Ronchi dei Legionari, Sagrado, San Lorenzo Isontino, San Canzian d’Isonzo, San Floriano del Collio, San Pier d’Isonzo, Savogna d’Isonzo, Staranzano, Turriaco e Villesse, che accettano gli aumenti (seppur in maniera “personalizzata”) per sanare il deficit dell’Azienda, mentre Monfalcone no…

Ho messo tra parentesi Grado, perchè ad oggi i suoi cittadini ancora non sanno quale tipo di atteggiamento tariffario sarà adottato dall’Amministrazione Kovatsch, quindi se la Tari isolana sarà aumentata e, nel caso, di quanto.

Concludo con la domanda che più dovrebbe contare dal punto di vista politico: se a Monfalcone la sindaca in campagna elettorale ha motivo di cavalcare il tipico “populismo” Salviniano (…) ergendosi a paladina delle tasche dei suoi elettori (dichiarando “aumenti zero“), come si mettono i suoi colleghi di pari ideologia (destra) ai quali è impossibile imitarla?

Per esempio, anche Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia in ballo per la riconferma o la sconfitta, è in campagna elettorale; sarebbe istruttivo capire che tipo di “ringraziamento” potrebbe mandare alla sua “collega” di Monfalcone che, a differenza sua, stacca un importante differenza di costo, tra la bolletta “Goriziana” e quella “Bisiaca”.

Misteri della politica

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