di Raffaele Lisco.
Gli “amici” sono “amici” e, quando conviene, lo restano per sempre…
L’altro giorno il “bravo giornalista” del quotidiano locale, cav. Antonio Boemo, ha presentato al pubblico il suo volume dedicato alla Storia dell’isola dal titolo “Ricordare Grado“.
Per l’occasione, il buon amico del cronista, Alessandro Lovato, ha messo a disposizione alcuni spazi dell’Hotel Astoria, albergo di famiglia che ha visto il suo ritorno alla piena operatività, dopo il passaggio di consegne con Roberto Marin alla presidenza della GIT S.p.A.
Come si vede dalla foto, ad omaggiare l’Autore erano presenti il presidente del Consorzio Grado Turismo (capofila della promozione “Grado 130”), il sindaco Claudio Kovatsch, il già nominato Roberto Marin (neo-presidente GIT) e lo stesso Lovato.
Sullo sfondo, defilato ma presente, in compagnia di Agostino Maio, un Enzo Tirelli “emarginato” ma sempre pronto a “comparsare” laddove gli odiati avversari esibiscono la poltrona a lui preclusa dallo suo stesso partito Salviniano. Con nonchalance, la “rosicatura” (specialmente nei confronti del “resuscitato” Marin…) oltrepassa qualsiasi tipo di schermatura.
Il simbolismo contenuto in questa foto, immagine pubblicata dal “paparazzo” Comunale Vinicio Patruno, Consigliere di maggioranza e Capogruppo della Lista Kovatsch che, fortunatamente ripresosi dal malessere che lo aveva colpito, ha ripreso a “lavorare” a pieno ritmo sui Socials per sottolineare il “buon lavoro” dei “kompetenti” di cui farebbe parte (se il suo Capo non lo schifasse…), manda un segnale forte e chiaro a chi ancora pensa che la dignità esista e differenzi gli Uomini (maiuscolo) dai quaraqququà…
Tutto lecito, legale e civile, non ci sono elementi giuridici di disturbo e, legittimamente, la Casta Locale ha pieno diritto di riunirsi per mostrarsi ai sudditi. Tuttavia, un consesso così “variegato” di “onorabili” signori e padroni delle rispettive associazioni (…) non ce lo saremmo aspettato così presto.
Uno per l’altro, in un tempo nemmeno troppo lontano (…), gli eleganti anziani raggruppati in foto, hanno avuto modo e maniera di dirsene (e farsene) di tutti i colori. Dall’accusa all’insulto, dall’esposto alla querela, tutti contro tutti a difesa della propria “onorabilità” e accumunati in solido dall’unico e vero “nemico” comune. Noi…
Mancava solo Dario Raùgna, ex co-invitato di pietra, a pieno titolo protagonista degli scazzi “comuni”, purtroppo assente anche nella sua veste di Consigliere di opposizione. Gli “altri”, come detto, c’erano tutti, in parata fideistica da “vincenti”, tutti finalmente ricondotti alla “modalità buffet”, come ai vecchi cari tempi pre pandemia.
E’ giusto, gli “amici” sono “amici” e quando l’interesse diventa comune (…), il politico di razza riesce a dimenticare il passato, si adopera per superare gli screzi e rivergina anche chi, una volta, si era battuto fino allo sfinimento per la sua esclusione dalla tavola imbandita…
Noi non c’eravamo. Nè da An.Bo., nè altrove e, molto difficilmente, potremmo esserci in analoghe “reunion” future. Da “diffamatori” ufficiali, certificati Digos (…), preferiamo salvaguardare lo stomaco (e lo scroto), piuttosto che andare incontro a sicura gastrite (e orchite), in mezzo a cotanta espressione di Volgarità Pubblica.
Secondo noi, ultimi dopo gli ultimi, meglio “esclusi”, “ingestibili” e “pregiudicati”, piuttosto che “allineati”, “sudditi” e “leccapiedi”, di chi ancora vive di “ricordi”, perfettamente a proprio agio nell’Epoca descritta nell’ultima fatica del “Canàrin”.
Il Mondo è andato avanti, loro no.
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