di Raffaele Lisco.
Come avranno fatto gli 883, anni prima, a prevedere la scomparsa dell’Omo Raugna?…
La dimostrazione “plastica” del grande “attaccamento” e senso del dovere dimostrato da quelli che sproloquiano il loro inscalfibile “amore per il Paese” (…), si palesa quando il Potere svanisce e torni a essere il Signor Nessuno che sei sempre stato e sempre resterai.
Curioso che da “vincitori”, i nostri politichini da cortile gonfino il petto, sempre pronti a sfankulare i “perdenti” e sbandierando ovunque il “grande consenso” ottenuto da quei quattro rimbambiti da televisione che ancora vanno a votare la Casta, convinti di “…esercitare il proprio Diritto Democratico…”.
Attaccati a una qualsiasi poltrona, purchè retribuita, i nostri “elevati” del pollaio sottostante distribuiscono pareri, sentenziano opinioni e si bullano in favore di telecamera, assumendo la “posa” studiata a tavolino per sembrare meno ridicoli di quello che sono.
Spendono, progettano, ammiccano, giustificano e sottoscrivono qualsiasi “ordine” di partito, ben consapevoli che, “fuori dal recinto”, tornerebbero a brucare l’erba dei giardini, altro che “brunch” offerto, “cena di gala” scroccata e “invito riservato” RSVP.
Per chi non ha altro nella vita, diventare vicesindaco significa poter essere padrone dell’assegnazione degli inviti (…), importanza speciale che differenzia il semplice cittadino dall’eletto. Volete mettere il poter scrivere sulla propria pagina Social “Personaggio Politico”, oppure doversi descrivere unicamente come “uno dei tanti”?…
Inutile negare che le “differenze” ci siano e, più scendi di livello culturale e maggiore sale il “disagio”, soprattutto quando perdi i privilegi acquisiti col solo sforzo dell’aver raccontato più frignacce dell’avversario. Di colpo, dalla sera alla mattina, spariscono, insieme al bonifico mensile, alla “missione” fuori sede e al “vertice” nazionale…
La controprova? Facile, basta osservare le figure dei sindaci e assessori del Comune di Grado (ma vale ovunque) prima e dopo il periodo d’oro faticosamente conseguito. Prima, da “komandanti”, il massimo disprezzo per i “sudditi”, quelli che si differenziano per gli euri in busta paga (…), privi dell’ufficio con doppia segretaria, era massimo.
Dopo, da “scaduti”, come dentro un frame Fantozziano, via il ficus, via la segretaria personale (…) e perfino l’acquario umano coi dipendenti sorteggiati per fare le triglie. Difficile non “accusare” il forte senso di depressione che assale chiunque passi dalla stalla alle stelle e gli tocchi percorrere la strada al contrario…
Essere il sindaco, non è come occupare la sedia del Consigliere di Opposizione, ruolo “minore” talmente sfigato da preferire l’oblio alla presenza.
Essere il “primo” regala sensazioni uniche quali quelle di potersi ergere a “kompetente”, pretendendo di insegnare agli altri quello che tu non sai, coperto dal “titolo” che obbliga gli “inferiori” a darti sempre ragione.
Essere sindaco, tra i tanti privilegi, ti permette perfino di saltare interi cicli scolastici e diventare “architetto”, con appena poco più della Terza Media sul curriculum scolastico…
Anche i “SuperEroi” (prima o poi) piangono…
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