EDITORIALE – L’APPARENZA INGANNA…

di Raffaele Lisco.

C’erano una volta Lello & Rafa.

S’impone una pausa defatigante dal provinciale teatrino della politica locale. Oggi ci riposiamo raccontandovi la Storia di Lello & Rafa, con la speranza di strapparvi un sorriso, unica medicina efficace per uscire dalla tristezza di una realtà meschina. Domani rientriamo nella Depressione, promesso

Lello & Rafa erano nati lo stesso giorno dello stesso anno, nel medesimo depresso paesino di montagna abitato da meno di un migliaio di residenti. Soldi non ce n’erano, si viveva di agricoltura e allevamento, una frazione rurale di contadini perennemente in miseria.

Lello, dopo aver frequentato le scuole dell’obbligo, fermamente deciso a prendere in mano la propria vita, col diploma in tasca, si era impegnato tantissimo e aveva vinto una Borsa di Studio per frequentare l’Università, Facoltà di Economia.

Rafa, all’opposto, aveva lasciato la scuola subito dopo la terza media e aveva iniziato a lasciarsi andare ancora da adolescente, rinunciando alla sua scalata alla Vita.

Alla frugale festicciola organizzata dalle famiglie dei due amici, per celebrare i loro 18 anni, Lello annuncia che sarebbe partito per la città, trasferimento necessario per seguire le lezioni. Un vecchio amico del padre gli aveva trovato un lavoretto di fatica che gli avrebbe permesso di vivere dignitosamente.

Rafa, io vado via, voglio costruire un futuro meraviglioso, diventare ricco, sposare una donna bellissima e fare dei figli belli, sani e intelligenti. Voglio essere felice. E tu? Che intenzioni hai?”

“Sono contento per te e ti auguro il meglio, amico mio – risponde Rafa – ma io resto qui, a bere“.

Passano dieci anni, Lello torna al paese per rivedere la famiglia e, soprattutto, l’amico fraterno Rafa. Si presenta a bordo di una utilitaria nuova fiammante con fidanzata al seguito, vestito elegantemente e pronto per pagare da bere a tutto il paese. In tasca la Laurea della Bocconi, 110 e lode in Economia.

Ti vedo bene – lo accoglie Rafa – ti sei sistemato, eh?” “Sì – risponde Lello – la laurea mi ha fatto trovare subito un ottimo impiego, mi sono comprato la macchina a rate e vivo in un elegante appartamento con Rita la mia fidanzata. E tu, amico mio? Cosa fai di bello? Sei felice?

Io bevo e sono felice“. Sintetico, asciutto, sincero…e povero.

Sono passati altri dieci anni e Lello torna a casa per la ricorrente visita parenti.

A bordo di una limousine nera con autista, Lello bulleggia al fianco di una modella da urlo, segretaria e cameriere al seguito, vestito sartoriale, orologio d’oro e una sfilza di carte di credito infinita. Compra un intero quartiere ai genitori, lascia una donazione pesante al Municipio e regala una festa mai vista a tutti i suoi ex concittadini.

Guarda qua, Rafa, ho aperto la mia azienda e faccio i soldi a palate. Ho 100 operai, 30 impiegati e le banche m’inseguono per finanziare le mie iniziative imprenditoriali. Controllo i politici e li pago per favorirmi. Vivo nella mia villa in città e ho una casa al mare e una in montagna. E tu? Cosa fai? Sei felice?”

Io bevo e sono felice”. Categorico, lapidario, incontestabile…e povero.

Di tempo ne è passato tanto, ormai Lello ha compito i 70 anni, è diventato un gigante del business internazionale con sedi in tutto il mondo. Possiede così tanti soldi da non conoscerne nemmeno la cifra, è già al quinto matrimonio e mantiene una truppa di figli e figliastri dei quali non ricorda tutti i nomi. Non è felice, Lello, la sua rincorsa al successo gli è costata tutto il resto, drogato dal potere è rimasto solo, amato unicamente dai suoi soldi, disprezzato dal resto del mondo, amici e nemici.

Torna al paese, scende in piazza con l’elicottero aziendale, trasferito direttamente dall’aeroporto vicino dov’è atterrato col suo jet personale, circondato da un codazzo di portaborse, mignotte, gorilla e leccaculi. Il suo unico desiderio è rivedere il suo amico Rafa e portarlo via con sè nel lusso. Solo adesso ha capito che l’unica vera “ricchezza” era la fraterna amicizia col suo “gemello”.

All’improvviso, un serpentone di “auto blu” giunge nel piccolo paesino preceduto dalla scorta della Polizia, Carabinieri, Fiamme Gialle, Esercito e Polizia Municipale. L’esagerato sistema di sicurezza veglia sull’incolumità dell’Uomo Più Ricco del Mondo, quell’italiano che supera in ricchezza il Sultano del Brunei, i giganti dell’informatica e gli oligarchi dell’Est. Nemmeno il Presidente degli Stati Uniti è più importante dell’ex “bevitore” locale.

Davanti a uno sbigottito Lello, il Vip atteso da tutti è proprio il suo amico Rafa, quello che fino a ieri viveva da barbone, non possedeva nulla e passava il suo tempo solo a bere. Adesso che è più ricco, più famoso e più rispettato di lui, a Lello la domanda esce spontanea:

Ma come hai fatto a diventare più ricco di me che è una vita intera che lavoro come un forzato? Hai passato cinquant’anni a ubriacarti, miliardi di bottiglie aperte e scolate, senza mai il minimo accenno a una voglia di riscatto sociale e all’impegno morale che gli uomini hanno di fronte alla società? Come hai fatto i soldi?”.

Ho venduto i vuoti…”. Catartico, evangelico, concreto…e straricco”.

La “Morale” è che puoi accumulare tutta una vita ma incontrerai sempre qualcuno che avrà più di te, superato perfino da chi ti sembra non valga nulla.

L’Apparenza inganna

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