EDITORIALE – UN BEL FESTIVAL E TUTTO PASSA…

di Raffaele Lisco.

Un bel Festival e tutto passa…

Quando le cose vanno male, la partenza della tua amministrazione non è stata proprio quella che avresti voluto, sei già in grave difficoltà popolare e il consenso comincia a sfarinarsi anche all’interno (…), non resta che affidarsi alla Soluzione Estrema, “uscire” l’Arma Segreta per cercare di recuperare.

Per anni (diciassette – ndr), dentro il Parco delle Rose, il Festival della Canzone Gradese “aggiustato” con influenze “foreste” (Friulana e Bisiaca), ha allietato il pubblico estivo con le melodie dialettali già eseguite, durante l’inverno, nei rispettivi Festivals Comunali. Uno spettacolo garbato, gradito dai numerosi spettatori presenti nelle varie edizioni e curato tecnicamente dall’organizzazione.

La formula è semplice ma vincente: prendere due piccioni con ‘sta fava (…), incassando contemporaneamente il massimo consenso indigeno e riempiendo una serata d’agosto con l’offerta ai turisti. Anche se sei di Reggio Calabria, Camogli, o “scendi” da Salisburgo, una “Festivalata” vale il prezzo del biglietto. Unica condizione, avere compiuto almeno i 35…Per gli “under” (…) bastano pochi metri per fare il “Giargiana”, insieme al Presidente, sul sabiòn.

Per i graisàni, basta sussurrare a bassa voce la parola «Festival», che esplode fragoroso il Senso dell’Appartenenza, l’immagine del “Picòlo Nìo” appare sullo sfondo e il profumo acidulo di “borèto” lo senti anche se non c’è. Fratelli Coltelli 363 giorni all’anno (365, meno la Madonna di Barbana e il Festival della Canzone Gradese), per due giorni le faide familiari sono sospese fino a declamazione del vincitore. Un minuto dopo : “…cavème ‘n ocìo…”.

Esattamente quello che ci vuole, per provare a recuperare il consenso perso fino a qui per conclamata “inkompetenza” e superbia immotivata dell’amministrazione in carica. La Chiamata alle Armi al cui confronto il Patriottismo “je spìccia casa”, un collaudato e sempreverde “…prima i gradesi…”, della serie “ci piace vincere facile”.

Come ciliegina sulla torta, l’omaggio dell’organizzazione all’anziano pubblico, gentilezza che regala «l’effervescente» Leonardo Tognon, ex “giornalista”, ex “komunista” (riconvertito “Mariniano”), ormai dipendente GIT con la qualifica di “bravo presentatore”. Se dici Festival e non completi la frase con “Nardo”, la ggggggente “non capiscono”…

Naturalmente abbiamo scherzato, ai prestigiosi “kompetenti” non appartiene nulla di quanto da noi immaginato come “vantaggio” politico (…). “Loro” hanno normalmente organizzato un evento ricorrente, fotocopia della fotocopia della fotocopia (Dario Zampa, il frico e il CoroPremiato), producono un buon prodotto (“furbo”) dedicato a Nonna Pina e al Gen. Zuttioni e basta.

Le “riflessioni” accessorie sono roba nostra, gli effetti collaterali delle troppe medicine “antidolorifiche”, il Volo di Cervelli sotto TSO e quella fastidiosa tigna di voler sempre “ottimizzare” tutto, modello McGyver

Il Festival del Comune di ieri sera, è stata un’occasione sprecata, la classica “massima resa con la minima spesa”. Sarebbe bastato “pompare” più a lungo l’attesa della manifestazione, creare aspettativa sulla “competizione”, aumentare lo spettacolo calcando sulla Sfida tra Campanili e investito in (almeno) un Testimonial per Partecipante, per veicolare l’immagine. Per completare l’offerta, qualche premio “serio”, non avrebbe guastato.

Sta tutta qui la “differenza” tra lo svolgere il proprio lavoro di “amministratore” con la massima professionalità (sempre), oppure “buttarla là”, accontentandosi del minimo sindacale, razzolando tronfi e bullandosi per (de)meriti acquisibili da chiunque. Perfino da chi “non eletto” (o nominato)…

Un bel Festival e tutto passa.

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