di Raffaele Lisco.
La decisione è presa: Anna Cisint va eliminata.
Ottenere “successo” in politica, come nella vita, è un “merito” che infastidisce chi non ne ha (…), ma in compenso è adorato dal popolo, sogno fisso di riuscire a diventare “qualcuno”, realizzare il proprio presente e mettere in sicurezza il futuro.
Quando però minacci di oltrepassare la “media”, ombreggiare i colleghi e rendere reali le differenze percepite dagli elettori (…), la tua specificità vincente rischia di diventare “scomoda”, e ti ritrovi a diventare quel problema che per la politica politicata è come la kriptonite per Superman.
La sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, in ottima fede ma, forse, a sua insaputa, si sta rendendo protagonista di una evidente frattura tra “onorabili” e “cittadini”. Modificando la Bilancia che vorrebbe lo sbilancio dei Pesi sempre a favore del Partito, del Sistema e della Cricca, il rischio di doverle concedere troppa visibilità, non piace ai suoi “superiori”.
Gli esempi sono troppi per farne l’elenco, si pensi solamente agli ultimi accadimenti successi sotto la Giurisdizione della Uondèr Uomàn della Bisiacheria, come il tragico evento incendiario del Carso, oppure lo sversamento di idrocarburi lungo la costa del Monfalconese.
L’ultima, quella fresca di giornata (…) è la decisione di emettere un’ordinanza per regolamentare il transito anarchico dei mezzi a pedali e monopattini su Piazza della Repubblica, ciclisti tutti obbligati (dopo il diktat della “Zarina”) a percorrerne il selciato conducendo a mano i mezzi.
Accesa l’allucinazione “ispirata” dalla notizia, l’immaginazione corre alla domanda su come avrebbero affrontato questi ultimi disastri (prontamente risolti dalla Regina della Rocca), l’amministrazione dei “kompetenti” di Grado ma anche altri governi della Provincia, sia di destra che di sinistra…Per esempio, la Municipale di Lignano ha già dichiarato Tolleranza Zero, sulla scia della Cisint.
Sui roghi di agosto sappiamo, per esempio, che il sindaco di Grado, dott. Claudio Kovatsch, ancora lontano dal mostrarsi “allibito” (…), aveva rassicurato la cittadinanza perchè “…siamo un’isola, il fuoco non può arrivare…”, scomodando dalla tomba Monsieur Lapalisse. In compenso, per un paio di giorni, ha lasciato respirare CO2 in concentrazione pericolosa, a chiunque presente sull’isola…
Ma il Campionato del Trova le Differenze, si sublima nella gestione della Suburra provocata da ciclisti posseduti dallo spirito di Pantani e dementi di ogni età, rincoglioniti dalle cuffiette e in posa “Plièr”, intenti a danzare classico su curiose appendici sicure come la Roulette Russa.
Chiunque, quest’estate, abbia avuto modo di visitare Grado, non può non aver riportato a casa l’estrema difficoltà della gestione della Viabilità Cittadina. Tutti circolano come gli conviene, su strada e non, a velocità da pista. Perfino i pedoni, vittime di giorno della Tangenziale del Castrum (…), alla sera si vendicano bivaccando lungo l’Anello “Pedonale” e maledicendo chiunque educatamente tenti di passare.
Il sindaco Kovatsch non si è nemmeno posto il problema, rimbalzando la rogna sul Comandante della Polizia Municipale, il quale ha incitato la sua truppa a continuare a transumare per l’isola (chiudendo gli occhi) e ritornare al Mittente la fregatura.
Ovunque, a partire dal Ponte Girevole, vera trappola per ciclosuicida pronti a giocarsi l’ultima nei duecento metri che li dividono dalla fine della Pista Ciclabile Translagunare, alla rotonda d’ingresso.
Il classico “Colpo Basso” sferzato dalla Cisint a Kovatsch, ultimo della serie “Cicio no xè per Barca”, dimostra che c’è chi lavora “sul pezzo” a tempo pieno, comanda tutti quelli indispensabili per risolvere il problema, partecipa personalmente ai lavori e tiene costantemente informati i cittadini.
Tutti, quelli che l’hanno votata e pure gli altri…
Insomma, la nostra Padana Tarocca (palesemente fuori dagli schemi Fedriga/Salviniani…), ormai acquisita la piena consapevolezza di essersi conquistata il Cuore dei Monfalconesi (con i fatti e non con la propaganda), al netto delle opinioni personali di parte, sta dimostrando al popolo che “Si può fare!”, che non è Legge il “no se pòl!” e che quando “puzzi di credibilità”, la gggggente ti premia, come è sacrosanto che sia.
Anna Maria Cisint, ha scelto di percorrere una strada inaccettabile per il resto dei “quaraqquaqquà” che bivacca nei Municipi e dintorni. Si sta rivelando una mina vagante dentro le stanze “regionali”, diventa un pericoloso termine di confronto con l’abbondanza di leccapiedi incapaci, “onorabili” pronti alla resa perfino davanti all’invasione delle biciclette…
La Taglia sulla testa di Anna Maria Cisint (viva o morta), verrà comunicata in seguito.
®Riproduzione Riservata.