di Raffaele Lisco.
C’è un Italia che “resiste” e, per questo, si merita un grande applauso.
Siamo piacevolmente sorpresi dalla Resilienza che gli Italiani stanno dimostrando di possedere.
Ammirevoli per tenacia, sopportazione e civiltà, un popolo che non molla, anche se che avrebbe tutto il diritto di rivoltarsi contro chi da decenni lo maltratta in ogni maniera, ne sfrutta il sudore per fini personali e campa a scrocco sulle spalle (sempre più curve) della gente che lavora sul serio (…). Gli Italiani “resistono”, asserragliati nel fortino familiare o barricati dentro l’Azienda faticosamente avviata.
Per noi, fankazzisti “noti alle Forze dell’Ordine…”, disonorati rappresentanti di una Comunicazione più «Qualunquista» della celebre rivista di Guglielmo Giannini, convinti fuggitivi da un mondo nel quale ci sentiamo “ingestibili” (…) e vecchi brontoloni salvati dalla pensione immeritata, registrare la reazione dei nostri concittadini alla “fatica di vivere”, ci riempie di quell’orgoglio nazionale tanto caro ai “nostalgici”.
Lavoratori a Contratto Precario, fatevi un bell’applauso. Mamme lavoratrici eternamente divise tra i figli, la famiglia e il lavoro, celebratevi senza paura. Donne sfruttate, umiliate, vilipese e troppo spesso maltrattate nel corpo e nell’anima, abbattetevi le mani, ve lo meritate.
Sacrosanto applaudire il Padre di famiglia al quale chiudono la fabbrica tra una settimana, perchè “in Polonia costa meno produrre”. Legittimo invocare la “òla” per chi non ce la fa più e non dorme la notte, roso dall’ansia su come affrontare un domani dove sembra che fare il proprio dovere non basti più per campare onorevolmente.
Si meritano una Standing Ovation i malati, rimbalzati crudelmente da una Sanità vandalizzata da anni di ruberie istituzionali, “esternalizzazioni”, chiusure incomprensibili.
Cittadini ostaggio di amministrazioni sadiche, incuranti del Diritto alla Salute di un popolo che, nonostante se lo paghi caro con tasse da usura, riesce a curarsi solo dietro “raccomandazione” dell’amico dell’amico…
Diciamo forte “bravi” ai nostri giovani, posteri obbligati proprietari delle macerie lasciate da quelli come noi, egoisti estremi indifferenti alla colpa di essere scappati con la cassa, aver fatto terra bruciata del pascolo e, non ancora soddisfatti, aver lasciato loro, sangue del nostro sangue, come eredità un debito pubblico incolmabile.
E’ meraviglioso vedere che c’è ancora chi ci “crede” (…), spera nel futuro e si obbliga a prendere per vera la propaganda dell’uno o dell’altro. Umani come noi (quasi) che ogni giorno alzano la serranda della bottega, vanno in un ufficio a guadagnarsi la pagnotta, stanno sotto il sole (o sulla neve) ore e ore per “farsi la stagione”, bruciano migliaia di kilometri alla guida di un camion o consumano l’autostrada per andare a vendere il “prodotto”.
Diciamolo forte e chiaro, senza alcuna forma di “sudditanza” verso i mantenuti ai quali dobbiamo bonificare il mensile, che solo finchè reggerà la spina dorsale dell’Italia, quella sana (…), riusciremo a evitare la fine.
Nessun “onorabile” è in grado di sostituirsi al “cumènda”, non esiste in natura un “eletto/a” capace di tirare su un muro dritto (…) e nemmeno un “nominato/a” da 10 mila euro al mese (…) che sappia cosa sia il risparmio, meglio della nostra sempreverde Casalinga di Voghera…
Fatevi un bell’applauso, perchè finchè ci saranno Italiani di questa razza, uomini e donne disposti ad «andare avanti», pur sapendo di dover trascinarsi dietro una pesantissima “zavorra” (…), c’è speranza di farcela.
Nonostante la “zavorra”…
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