EDITORIALE – SIAMO IN GUERRA.

di Raffaele Lisco.

Adesso è “mediatico”: siamo in guerra.

Abbiamo seguito, in diretta televisiva, i funerali della Regina Elisabetta d’Inghilterra. Siamo stati sciatti spettatori di quanto il Mondo spergiuri innovazione e poi s’inchini, mansueto, davanti al “protocollo” millenario.

C’erano tutti a porgere l’ultimo saluto all’indimenticabile Lilibeth, monarca assoluto soprattutto per noi “boomers”, hippies che l’anno vissuta ancora prima dell’epoca della Contestazione, quando per i giovani Italiani, Londra era la Mecca dello Yè Yè. Dopo sono arrivati i Sex Pistols con la loro idea Punk di «God Save the Queen».

Abbiamo assistito alla studiata Parata di Blasonati Civili, Statali, Ecclesiastici e Militari, praticamente una maggioranza in estinzione da qui ai prossimi cinque anni, vista la “medagliata” media geriatrica. E’ stato grasso che cola che nemmeno uno dei centenari, reduci della Prima Guerra Mondiale (…), abbia approfittato dell’occasione per farsi tumulare (a parte) anche lui in diretta tv…

C’erano tutti, animali compresi, ma non c’era Putin (o chi per lui) in rappresentanza della Russia.

Un segnale fortissimo, espresso attraverso la palese dichiarazione mediatica di Guerra alla Russia, da parte di tutto l’Occidente presente alle esequie della regina. La più deflagrante delle Sanzioni, a livello comunicativo. Un’esclusione politica che allontana definitivamente la Pace e la fine del conflitto tra Russia e Ucraina.

Consideriamo tutto questo un errore politico, l’aggiunta di polvere da sparo vicino al fuoco, una sciocca esibizione muscolare che, nel 2022, il Mondo non si può permettere. Invitare un qualsiasi ambasciatore Russo, chiedendo caldamente di lasciare a casa lo scomodo Putin, per non oscurare l’Evento funebre, non avrebbe innescato incidenti diplomatici.

Invece, come con l’Ungheria, altro Paese “Europeo” stupidamente invitato a rientrare dentro quella che siamo riusciti a ricreare come Nuova Cortina di Ferro (…), l’Occidente ha palesemente scelto la strada  del conflitto. I “falchi” hanno suggerito di continuare, pur sapendo che, senza un accordo immediato, il livello si alzerà geometricamente, fino al punto del non ritorno.

In mezzo ci siamo noi, quelli “non invitati” (per titolo) ai funerali della Regina d’Inghilterra ma “assunti” come spettatori stradali (se indigeni) o pubblico televisivo (se “fuori sede”). Il “Popolo”, il primo a pagare il prezzo della conquista della supremazia totale della metà dalla “parte giusta” sull’altra metà di“infedeli”, com’è sempre stato da Caino e Abele in poi…

Toccherà a noi, il Cipputi, la Casalinga di Voghera, ai tanti Mario Rossi che tutti i giorni si alzano la mattina per mettere una pezza alle follie di chi si è arrogato il potere di “comandare conto terzi” e decidere chi deve vivere bene e chi deve pagare per mantenere i “beneficati” guerrafondai.

Saremo noi, pensionati, disoccupati o precari, piccoli imprenditori o titolari degli studi professionali, quelli che dovranno “scendere in trincea”, indossare l’elmetto, imbracciare l’arma e combattere per “difendere” quelli che gli “onorabili” ci hanno garantito essere i “deboli”.

Ieri, Romanamente, glielo abbiamo sbattuto in faccia a quegli invasori dei Russi. Abbiamo rialzato la testa e, “Atlanticamente”, ci siamo uniti (insieme ai “Democratici”…) per Spezzare le Reni ai Comunisti.

Non ci serve nemmeno aspettare domenica. Noi ci sentiamo già più Fascisti

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