EDITORIALE – E’ LA MIA FERMATA, IO SCENDO.

di Raffaele Lisco.

Scusate ma io sarei arrivato. Dovrei scendere…

Sono rimasto molto sorpreso dalla quantità (esagerata) di vostre richieste di spiegazione, sul perchè GradoSpia.it abbia drasticamente rallentato la pubblicazione dei suoi Editoriali. Segno almeno che, comunque, in tutti questi anni assieme, qualcosa di buono è stato fatto.

Il problema si è posto nel preciso momento in cui sono stato costretto a stilare un bilancio di oltre 11 anni di “disonorato servizio” (…) e il pensiero è tornato a tutti gli sforzi fatti per “elevare” chi era venuto dal sottoscritto, in cerca di aiuto strategico (e mediatico) per raggiungere l’obbiettivo agognato. Da “qui” sono passati in tanti, sconosciuti candidati alle prime armi e anziani tromboni trombati, in cerca di riscatto.

Lontano dal potermi definire un “benefattore” della Società e sufficientemente “tagliano” per non aver pensato anche al mio tornaconto, per la cospicua congrega miracolata (…) il patto da sottoscrivere è sempre stato chiaro: io aiuto te e, se vincenti, diventerà obbligatorio il mantenimento degli accordi e il conseguente incasso del premio di “collaborazione” (retribuita) ampiamente guadagnato.

Il solito squallido “scambio di favori” tipicamente mafioso, ambiente ideale per un “pluripregiudicato” (…) territorio favorevole e vantaggioso, soprattutto rispetto a chi della “strada” (e delle sue nefandezze) non ne capisce nulla…

Da “più furbo di tutti” (…) è stato un attimo retrocedere a “utile idiota”. Una volta “miracolato” il somaro di turno, la sorpresa di scoprire che l’essersi rimangiato il “contratto”, aver “scordato” di aver dato la propria parola e aver rinnegato gli accordi è stato fin troppo facile, per chi di “onorabile” non ha nulla.

Questo mi ha creato danni importanti a tutti i livelli, bloccandomi di fatto qualsiasi possibilità lavorativa nei settori di riferimento e influendo moltissimo su una qualità della vita già pesantemente aggredita da sopraggiunte malattie invalidanti, se non mortali, patologie maturate (anche) per i troppi rospi ingoiati.

Alla fine, il “guadagno” è stato quello di cancellare qualsiasi possibilità (“concordata”) di poter dimostrare la propria capacità, l’essere stato escluso da qualsiasi circuito lavorativo, annullare i progetti e accusare un duro colpo alla propria dignità familiare, costretto nelle vesti “meritorie” di padre e marito (fallito) “…che ancora crede ai ciarlatani…”.

E’ arrivato il momento di “scendere” dalla «Linea Vaffanculo», abbandonare l’Autobus delle Illusioni e tornare con i piedi per terra, cancellando la sciocca convinzione che esistano ancora delle persone reali, serie e, soprattutto, veramente “onorabili”. Uomini e Donne, per i quali una stretta di mano vale più di qualsiasi scusa.

Impossibile, per me, riuscire a convivere a contatto con persone che hanno avuto parole di fuoco per gli stessi che, adesso, celebrano come “grande risorsa”. Invertebrati capaci di entrare nel privato di uomini e donne con commenti e giudizi imbarazzanti (…) perfino per un “Senza Dio” come il sottoscritto, salvo poi limonarseli in tutte le occasioni conviviali di partito e non…

Potrei “vendicarmi”, pubblicare gli scritti insanguinati (…) ma sarebbe inutile, tanto lo sanno benissimo da soli quale sia il livello di falsità che (tutti) contribuiscono a mantenere, per sopravvivere. Meglio “scendere” e cambiare il “mio” di Mondo, sentenziato che il “vostro” è stato (ed è) quello “giusto”, quello che “piace alla gente che piace”.

Devo chiudere, siamo arrivati a Vaffanculo.

E’ la mia fermata, io scendo.

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