L’eterno conflitto generazionale si è spostato, come è normale, nel mondo del web e dei social. Le armi scelte, in quest’epoca dei primi anni del ventunesimo secolo, sono i meme, immagini accompagnate da slogan che troviamo ogni giorno sui nostri profili. Queste si nutrono di un linguaggio con cui i post-millennials sono familiari, ma che le generazioni precedenti spesso non comprendono del tutto. Per esempio, cosa significa esattamente “ok boomer”?
“Ok boomer”, cosa significa l’espressione e perché è considerata un’offesa
Il termine “boomer” si riferisce alle persone nate tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e la metà degli anni ’60, coloro che hanno beneficiato del periodo di sviluppo economico chiamato “baby boom”. È importante precisare che dopo i boomers sono venute la Generazione X, poi la Generazione Y – i Millennials, nati tra il 1980 e il 2000 – e infine la Generazione Z, i veri nativi digitali nati dal 2000 in poi. Quindi, “boomer” in sé non è un termine offensivo, ma una connotazione sociologica e demografica.
Diventa però un’offesa quando una persona giovane apostrofa un collega più anziano con “ok, boomer”, zittendolo e sottintendendo che sia un vecchio senza idee. “Ok, boomer” è diventato subito uno slogan, una pugnalata digitale nell’era attuale.
La differenza tra generazioni in termini di linguaggio
Questa è la vera differenza tra i boomers e la Generazione Z, ancora più che con i Millennials. Da una parte, i primi cercano ancora di capire cosa sia successo e cosa significhi esattamente l’offesa “Ok boomer”. Dall’altra parte, i giovani si sono già divertiti e superato l’insulto. Nel frattempo, c’è già un’altra assurdità pronta a diventare virale su qualche pagina Facebook, profilo Instagram o video di TikTok.
Ma il problema, come sempre, viene ingigantito. I giovani cambiano linguaggio e riferimenti e hanno una leggerezza mentale che gli adulti hanno perso. Il problema della maturità è quello di non mantenere la mente aperta e restare al passo con i tempi. Certamente, ci sono altre qualità che si coltivano con l’età, ma ora più che mai non avere un certa apertura mentale è un difetto.