Il dolce francese chiamato profiterole è deliziosamente irresistibile. Questa prelibatezza è ottenuta riempiendo un bignè con una sfolgorante varietà di gusti, tra cui crema pasticcera, crema chantilly, panna o gelato, e poi ricoprendolo con una invitante crema di cioccolato o di caramello. Un capolavoro di sapore e dolcezza che viaggia attraverso i secoli. Ma perché ha questo curioso nome? Scopriamolo di seguito!
La storia e l’origine dei profiterole
Si dice che l’origine dei profiterole risalga alla corte francese di Caterina de’ Medici, la quale, nel 1540, sposò Enrico II. Quando Caterina si trasferì in Francia, decise di portare con sé il suo cuoco personale di fiducia, un certo Popelini. Fu proprio lui a creare una pasta choux perfettamente croccante per realizzare i bignè, da cui prese vita il delizioso dolce di cui stiamo parlando. Nonostante ciò, la fama dei profiterole si diffuse soltanto nel XVII secolo, quando raggiunsero finalmente l’attenzione del grande pubblico.
Curiosamente, a Firenze il dolce è chiamato “bongo”, un nome altrettanto affascinante che aggiunge un tocco di mistero e leggerezza a questa prelibatezza. La presentazione più comune dei profiterole avviene attraverso una meravigliosa disposizione dei singoli bignè, creando una sorta di montagnetta nota come croquembouche. Questa meraviglia culinaria può anche essere utilizzata come guarnizione per la torta Saint Honoré, conferendo un tocco di eleganza e raffinatezza a questo dessert tradizionale.

Un nome dalle origini incerte: le principali teorie
Il termine “profiterole” esiste dal sedicesimo secolo, ma il suo significato originale, sia in francese che in inglese, rimane un po’ oscuro. Tuttavia, nel corso del diciannovesimo secolo, ha assunto chiarezza e si è cristallizzato nell’accezione che conosciamo oggi. Un’altra possibile origine del nome potrebbe essere collegata alla parola “profit”, che in francese significa “profitto” o “guadagno”. Pertanto, i profiterole potrebbero essere considerati un delizioso “guadagno” per il palato, grazie alla loro irresistibile bontà.
Ma c’è un’altra teoria affascinante sul motivo per cui questi dolcetti sono stati chiamati profiterole. Secondo alcune fonti, il termine potrebbe fare riferimento al fatto che i bignè si “approfittano” della generosa copertura di cioccolato che li avvolge, creando una montagnetta di puro piacere. Nell’ex provincia di Messina, vi è una deliziosa variante dei profiterole, chiamata “bianco e nero”, che aggiunge un ulteriore tocco di originalità e gusto a questa prelibatezza. Un’arte così affascinante e unica, che solo i profiterole possono regalare. Qualunque sia la loro origine esatta e il significato del loro nome, una cosa è certa: i profiterole sono un’esperienza culinaria senza pari, che porta un sorriso di gioia su ogni volto che ha la fortuna di assaggiarli.