La conferma sperimentale della “teoria dello scambio d’identità” è finalmente arrivata e getta luce sul motivo degli attacchi degli squali agli esseri umani. Tali attacchi, seppur rari, suscitano molta apprensione: ma perché accade tutto ciò?
Gli attacchi degli squali agli esseri umani
Come riporta Focus, la semplice risposta “per mangiarci” non è del tutto corretta. In realtà, come molti scienziati sospettavano da tempo e come confermato da uno studio pubblicato su Journal of the Royal Society Interface, gli squali attaccano gli umani perché si confondono e credono di avvicinarsi ad una diversa preda. Questa teoria, chiamata “mistaken identity theory” o “scambio d’identità”, è stata discussa per anni e ora ha ricevuto una conferma scientifica. Anche se statisticamente sono avvenimenti rari, negli ultimi anni si sono intensificati.
Solo nel 2020 sono stati registrati 10 attacchi letali, di cui 6 in acque australiane, rendendo l’Australia il luogo più pericoloso al mondo per gli incontri con questi pesci. Non è un caso che la maggior parte di questi attacchi si verifichi contro i surfisti, presi di mira principalmente dai giovani squali bianchi.

Il motivo è uno scambio d’identità legato alle foche
La ricerca, condotta da un team della Macquarie University di Sydney, spiega finalmente il motivo. Lo studio è stato articolato in due fasi. Nella prima fase, le telecamere sottomarine e uno scooter subacqueo hanno ripreso il nuoto di foche, leoni marini e anche esseri umani, sia con che senza tavola da surf sotto i piedi. Nella seconda fase, questi video sono stati analizzati da un modello informatico basato sulle capacità visive degli squali, i quali, essendo daltonici, si basano sulla sagoma delle prede per attaccare. I risultati hanno confermato una teoria illustrata da tempo. Agli occhi degli squali, un surfista ha la stessa silhouette e compie gli stessi movimenti di un cucciolo di foca o leone marino.
Gli attacchi agli umani, quindi, sono probabilmente il risultato di un’identificazione errata. La maggior parte degli attacchi è effettuata da giovani squali, che hanno una visione meno acuta e non hanno ancora acquisito l’esperienza sufficiente per distinguere un cucciolo di foca da un umano su una tavola da surf. Con l’età e il miglioramento delle loro capacità visive, gli squali smettono di attaccare gli umani per concentrarsi su prede più grandi e appetibili. Questa scoperta sarà sicuramente una buona notizia per la comunità mondiale dei surfisti. Gli squali, dunque, non hanno intenzioni cattive nei nostri confronti, ma attaccano per errore. Per questo, possiamo sviluppare metodi per aiutarli a capire che, nonostante l’apparenza, non siamo noi le loro prede ambite.